Dopo Pitti, è finita anche la Milano Men’s Fashion Week. Poco meno di venti show in quattro giorni, con molti grandi assenti che hanno preferito far sfilare le loro collezioni uomo e donna insieme alla settimana della moda di febbraio. A dare forfait sono stati Gucci, Fendi e ancora Etro, Moschino e JW Anderson ma al loro posto hanno trovato spazio tanti giovani designer e nomi emergenti che altrimenti non avrebbero avuto le stesse attenzioni da parte della stampa, solitamente sballottata da uno show all’altro. Non solo, a farla da protagonisti sono stati anche gli eventi organizzati dai brand della sartoria Made in Italy per presentare le collezioni uomo del prossimo inverno. Ecco allora che in questo articolo vogliamo raccontare proprio queste realtà, spaziando dai capisaldi dello stile come Eleventy e Valstar, fino a nomi come Federico Cina, ormai affermato nel panorama.
“A Geography of Time” è tra le prime collezioni che hanno pervaso il capoluogo meneghino negli ultimi giorni. Opera del marchio Napapijri, è emblema degli elementi cardine del brand: tessuti e innovazioni tecniche unite alla tradizione dell’artigianato. Il nome della collezione esemplifica la capacità di ogni pezzo di raccontare “una storia di esplorazione, sia letterale che metaforica, attraverso design innovativo e ricerca sui materiali”, spiega Silvia Onofri, presidente del brand. La funzionalità dell’outdoor incontra nell’Autunno Inverno 2025 lo stile urbano, fondendo il denim con il velluto a coste, l’iconica giacca Skidoo (parte del progetto di esplorazione di archivio) con i pile color block da sfoggiare nel periodo più freddo in montagna o in città.
I marchi della tradizione artigianale italiana
A farla da padrone in questo lungo weekend della moda uomo sono stati i marchi più storici della tradizione italiana e del savoir faire made in Italy, che si servono delle presentazioni per coinvolgere al meglio stampa e buyer nel processo creativo e produttivo che li caratterizza. Immancabile a questo proposito il Bassotto simbolo di Harmont & Blaine che per la prossima stagione fredda propone una gamma di toni luminosi e caldi a tema Winter Bloom. I simboli floreali divengono un tema invernale, riflettendo le tendenze della valorizzazione della biodiversità e della rigenerazione urbana. A questi si affiancano una serie di capi dalle sfumature più classiche e scure, dal blu del Mediterraneo ai suoi frutti rossi, che tingono il guardaroba formale valorizzando lo stile old-fashioned.
Per Altea la maglieria diviene protagonista, svelando, in questa Fall Winter 2025 anche una collezione donna che amplia la possibilità di espressione del brand. Funzionalità ed eleganza si evolvono in un’ottica moderna inglobando volumi ampi e linee più fluide, capaci di intrecciarsi e sovrapporsi in uno styling fresco e contemporaneo. Il giallo, il senape, la ruggine e le nuance di verde svelano la volontà di linearità del marchio che fa combaciare la palette cromatica con i toni di un bosco all’imbrunire. Le silhouette ampie vengono riprese anche dall’autunno inverno di Valstar in un’ottica “Utilitarian in Feel” che traduce il tecnicismo dei materiali, durevoli, versatili ed efficienti attraverso un’estetica metropolitana. I tessuti all’avanguardia impiegati, come quello TEMPESTA, waterproof e sviluppato in tre strati, evidenziano l’attenzione del marchio in termini di innovazione e avanguardia, sapientemente coniugati alle lavorazioni artigianali che danno ad alcuni capi l’effetto vissuto. I capispalla di diverse forme e imbottiture sono ovviamente il fulcro della presentazione di MooRER che combina texture morbide, lavorazioni in lana e leatherwear. La nuova proposta del marchio punta alla possibilità di comporre total look raffinati, confortevoli e trasversali rispetto alla stagionalità.
I tessuti tecnici rivisitati in chiave urban sono una chiave di lettura interessante di questa settimana della moda uomo, rintracciabili anche nella Black Label di Woolrich, curata ancora nella direzione creativa da Todd Snyder. Dalle atmosfere ispirate alla après-ski, la collezione implementa una serie di capi utilizzati sulla neve per renderli indossabili nella quotidianità cittadina. É il caso del pattern Buffalo Check, l’iconico motivo a quadri rosso e nero del marchio, che si arricchisce di una serie di fibre riflettenti intrecciate nei tessuti. “Con questa collezione, il mio obiettivo era reinterpretare il concetto di ‘Rugged Luxury’, unendo silhouette tecniche tipiche dell’outerwear pensato per condizioni estreme con tessuti di altissima qualità, riprogettati per resistere agli elementi”, spiega Snyder. “Il risultato è un guardaroba che incarna il concetto di ‘wanderluxe’: capi che sono tanto funzionali quanto raffinati, perfetti per esplorare la natura ma anche le strade cittadine con stile.”
Nella stessa direzione Slowear inaugura un’era di “Nuovo moderno” per il marchio con un heritage definito che si riflette nella modernità. Puntando ai tessuti pregiati e performanti, il brand racconta ben quattro storie capaci di accompagnare l’uomo in ogni momento della stagione fredda, dai primi cali di temperature alle giornate sulla neve. Da un concetto urban definito Travel Pack che ingloba materiali più tech e dettagli funzionali anche per vivere in città alla traslazione dell’alta sartoria in un contesto quotidiano, tutti i pezzi sono valorizzati da un ritorno al colore che spazia dal verde salvia alle tinture realizzate con polveri naturali derivate dai minerali.






Raffinatezza e funzionalità sono elementi chiave della nuova collezione di Eleventy che punta su una palette colori che spazia tra tonalità più classiche per il brand, come l’ardesia, e altre più innovative che spaziano tra il lampone, l’argilla e il blu oltreoceano. La cura dei materiali è da ricercarsi in ogni pezzo, con particolare attenzione ai capispalla nelle diverse versioni, dalla maglia all’effetto tweed e ancora i tessuti double delle giacche. Ripensato anche il processo produttivo del denim, che adotta il metodo “One Glass of Water” per produrre pezzi più consapevoli attraverso i processi di lavaggio e i trattamenti necessari al confezionamento del prodotto finale. Altro elemento chiave della collezione è la gamma variegata di capi, dalla selezione per la casa, all’activewear e ancora gli accessori. Focalizzate sul tema viaggio, le borse sono costituite attraverso un mix & match di materiali, dalla pelle ai degli in oro e alla tela di lana, per garantire versatilità e durevolezza.
Concetti che sono anche la chiave di espressione di Valextra, che racconta il proprio heritage focalizzandosi sulla valigeria di lusso, elemento che contraddistingue il marchio dal 1937 evidenziandone capacità artigianale e ricerca di materiali all’avanguardia. Ricorrono i modelli più classici, ormai icone del brand: Boston, Babila e Avietta, ma rivisitati attraverso l’ottimizzazione degli spazi interni, l’inserimento di dettagli in metallo, l’aggiunta della bordatura nera. “Valextra è orgogliosa di progettare e realizzare articoli da viaggio da quasi un secolo e desideriamo celebrare questo percorso accostando all’eccellenza del nostro patrimonio l’innovazione dei materiali che pone il nostro marchio all’avanguardia nell’evoluzione del lusso Made in Italy”, dichiara il CEO Xavier Rougeaux, nell’ottica di celebrazione della tradizione manifatturiera del brand.
I brand non più così “emergenti”
In questa Milano Fashion Week la nuova sede di Fondazione Sozzani si è posta come spazio dedicato ai giovani creativi, ospitando Federico Cina con il suo omaggio ad Assunta e Giacomo, i suoi nonni. L’ispirazione nasce proprio dalla quotidianità e dal vestirsi “a festa” dei due, dallo sbucciare le arance agli abbracci. La collezione FW 25 di Cina si veste di una quotidianità lenta che si mantiene a distanza dalla frenesia e dalla stravaganza del fashion system, confermando la definizione di un marchio in crescita. Altro designer ospitato da Fondazione Sozzani è Marcello Pipitone che, anche nella stagione presentata, rimane fedele al suo lavoro di upcycling tra maglieria derivante dal mondo del calcio e denim. Ampliando il suo lavoro di ricerca, Pipitone ha anche proposto una serie di pezzi in collaborazione con Naia from Eastman, produttrice di un filato in cellulosa recuperato dai filtri di sigarette.
Gli outsider: Fiorucci, Blumarine e MSGM
Che sia insofferenza rispetto agli spazi dedicati, necessità di esplorazione di linguaggi altri o difficoltà di stanziare budget per i costi maggiormente escludenti di partecipazione alle sfilate? Questa Fashion Week è stata caratterizzata sicuramente da alcune mosse da outsider. Ad aprire le danze è stata l’inaugurazione del Circolo UltraFiorucci, simbolo del ritorno dell’eredità culturale di Elio che si stabilisce a Milano in uno spazio esclusivo dopo aver debuttato in passerella alla scorsa settimana della moda. Sulla scia della guida creativa di Francesca Murri, il marchio vuole ritrovare la spinta innovativa e multidisciplinare che lo ha caratterizzato sin dagli esordi, imponendosi come crocevia creativo per una serie di voci contemporanee. Per l’evento di inaugurazione è stata esposta una mostra curata da The Community dell’artista australiano Thomas Jeppe.
Il 17 gennaio, mentre il fashion system si affannava per le strade di Milano, le caselle di posta elettronica erano testimoni del lancio della prima collezione Pre-Fall 2025 di David Koma per Blumarine. Decisamente inaspettata nel timing e nella modalità (sulla scia forse del debutto di Alessandro Michele da Valentino con “Avant les Débuts”), la collezione rende omaggio allo stile del capoluogo meneghino, spaziando dall’ispirazione signorile ai look girly in un connubio di sensualità e audacia. Audace come il party launch di MSGM, nella cornice del District 272, club storico di Milano e primo locale a portare in città gli spettacoli di lap dance nel 1997. Proprio qui, la collezione a tema “Follow the Rabbit” (con riferimento al bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie) è stata presentata scagliando i modelli sul dance floor e scattando live il lookbook della collezione. Il mondo della notte e la sua capacità di esprimersi liberamente e con carattere sono gli aspetti che hanno guidato Massimo Giorgetti in questo lancio, permettendo al pubblico di fare esperienza della prospettiva del marchio e di quello che dovrebbe essere la moda: eco vibrante dell’ibridazione delle più diverse forme e discipline della sfera culturale.