Parlare con i colleghi in ufficio? No grazie. Secondo un sondaggio pubblicato dal New York Post, tra 2000 persone intervistate il 78% è a disagio nel chiacchierare davanti alla ‘classica’ macchinetta del caffè. Andando in profondità, il 27% dichiara di sentirsi più a proprio agio a comunicare online piuttosto che di persona. Questo fenomeno è più marcato tra i lavoratori più giovani: il 40% della Generazione Z si sente così, rispetto al 33% dei Millennials e al 24% della Generazione X.
Secondo i più giovani, che sono più abituati ai lavori flessibili o a distanza, comunicare vis à vis è “come imparare una nuova lingua”. Insomma, meglio Whatsapp o Teams anche se il collega è ‘a due passi’. Eppure Anna Beheshti, di Tilda, punta a incoraggiare quelle che vengono definite “micro chiacchiere” di due minuti: “Con il lavoro ibrido ormai la norma, non abbiamo più lo stesso allenamento quotidiano nelle interazioni sociali come quando eravamo tutti in ufficio a tempo pieno. Per alcuni, l’arte della conversazione è naturale, ma per molti sono proprio quei piccoli scambi quotidiani – i micro momenti di connessione – che aiutano a costruire fiducia e relazioni. Questi momenti non sono solo utili per la cultura aziendale, ma fanno bene anche al nostro benessere. Per questo vogliamo incoraggiare tutti a riscoprire questi momenti alla ‘macchinetta del caffè’ e a riconnettersi nel 2025. Una semplice chiacchierata può essere un ottimo rompighiaccio”.
Insomma, se tornando al sondaggio il 28% delle persone intervistate ha dichiarato di evitare di entrare in cucina per non dover parlare con qualcuno, va sottolineato come le “micro chiacchiere” migliorano la comunicazione e rendono i lavoratori più felici.
Immagine realizzata con l’Intelligenza Artificiale