La Russia pensa ad attaccare l’Ue? Improbabile anche per la Nato. Putin: “Siete diventati pazzi? Non ne abbiamo le capacità”

I mesi di campagna elettorale in vista delle prossime europee hanno trasformato anche il conflitto in Ucraina in un prolifico generatore di spot. Pochi i partiti che chiedono uno sforzo diplomatico, molti, invece, quelli che ritengono si debba continuare a sostenere “fino alla vittoria” l’esercito di Kiev nel faccia a faccia con le truppe russe. Così, la guerra è diventata, sulla scia delle parole di Volodymyr Zelensky, la battaglia per la sicurezza dell’Europa, uno scontro da vincere senza compromessi, una sfida per evitare che Putin pensi di mettere le mani su un Paese dell’Ue o della Nato. Il capo del Cremlino ritiene però questa ipotesi “un’invenzione“. E a crederla improbabile è anche la Nato.
Putin: “Non abbiamo i mezzi per attaccare la Nato”
Chi motivava la necessità di sostegno incondizionato all’Ucraina affermando che, senza un’opposizione della Nato, Putin avrebbe portato i suoi militari fino a Lisbona non ha fatto i calcoli che, invece, sono stati svolti almeno al Cremlino. In un’intervista a diversi media europei, il presidente russo dice di sapere benissimo che uno scontro frontale con la Nato non sia sostenibile per Mosca: “Vi siete inventati che la Russia vuole attaccare la Nato. Siete diventati completamente pazzi? Guardate al nostro potenziale e a quello della Nato, non siamo scemi, la Russia non ha alcuna ambizione imperiale”.
Potrebbe trattarsi di una delle tante bugie dette da Putin in questi anni o di una strategia per delegittimare la campagna elettorale dei partiti a lui più ostili in Europa. Ma le sue parole trovano conferma anche nella posizione espressa dalla Nato: “Non vediamo alcun pericolo di un attacco imminente contro qualsiasi alleato Nato. Questa idea che ci sia una sorta di conto alla rovescia verso la prossima guerra è sbagliata. La Nato è qui per evitare che ciò accada, lo facciamo da 75 anni – ha detto il segretario generale Jens Stoltenberg – La Russia ora è già preoccupata dalla guerra in Ucraina. In realtà hanno spostato molte forze dalle vicinanze della Finlandia e dei Paesi settentrionali verso all’Ucraina”. Parole che sembrano quindi scongiurare qualsiasi ambizione di avanzata nelle aree più calde dell’Ue, come i Paesi baltici o la Polonia, e che smentiscono i ripetuti allarmi lanciati dalla Norvegia, con i vertici militari e di governo che parlano di “due o tre anni” a disposizione dell’Alleanza Atlantica per prepararsi a un conflitto con Mosca.
“L’Uso di missili occidentali non rimarrà senza conseguenze”
Nessun passo indietro, invece, sulle possibili conseguenze per gli attacchi effettuati in territorio russo da Kiev utilizzando armi occidentali. A ribadirlo è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo cui questo cambio di postura “non rimarrà senza conseguenze” per l’Occidente. Questo, ha ribadito seguendo le dichiarazioni di Putin, porterà a una risposta asimmetrica di Mosca che fornirà missili a parti terze per colpire “obiettivi sensibili” dei Paesi Nato. Non è dato sapere quali siano queste “parti terze”: organizzazioni o Stati amici di Mosca come la Bielorussia, forse.
Le ultime iniziative dell’Occidente, ha poi dichiarato Putin, ci stanno portando “su una strada di problemi molto seri“. Ma ha anche fatto una promessa che aprirebbe uno spiraglio di trattativa se solo fosse ritenuta accettabile dalla controparte: “Se gli Stati Uniti smetteranno di fornire armi all’Ucraina, il conflitto finirà nel giro di due o massimo tre mesi’.
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