Il conflitto tra Israele e Hamas – innescato dall’attacco del 7 ottobre da parte dei terroristi – si sposta ancora una volta dal devastato territorio di Gaza al mondo della ricerca. Come avvenuto in alcuni casi in ambito universitario, ora a farne le spese sono gli scienziati e i ricercatori che con i bombardamenti della popolazione civile hanno poco a che fare. Eppure quasi 1700 i docenti e i ricercatori che hanno firmato una lettera aperta inviata al Maeci, il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nella quale chiedono la sospensione del bando per la cooperazione tra istituzioni italiane e israeliane in materia di ricerca scientifica.

“Chiediamo che la cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra le università e i centri di ricerca italiani e israeliani venga sospesa – scrivono i firmatari – con lo scopo di esercitare pressione sullo stato di Israele affinché si impegni al rispetto del diritto internazionale tutto, come è giustamente richiesto a tutti gli stati del mondo. Avanziamo questa richiesta anche per proteggere le istituzioni italiane dall’accusa di non aver adempiuto al dovere inderogabile di prevenzione di genocidi, ovunque ve ne sia il pericolo, che è un obbligo per gli stati membri delle Nazioni Unite secondo la Convenzione per la Prevenzione e Punizione del Crimine di Genocidio, o di essere complici di crimini di guerra, attualmente all’indagine della Corte penale internazionale”.

Gli studiosi sottolineano che molte università nel mondo stanno agendo in questa direzione: nel febbraio del 2024, l’Università della California Davis ha disinvestito 20 milioni di dollari per la collaborazione e lo stesso hanno fatto quattro università norvegesi. “Nella Striscia di Gaza – si legge ancora nella lettera – a causa delle operazioni militari israeliane, assistiamo a un vero e proprio ‘scolasticidio’, ovvero la sistematica, totale e intenzionale distruzione del sistema educativo locale e uccisione di massa di studenti, ricercatori e docenti. Come evidenziato da numerosi report, negli ultimi quattro mesi il sistema educativo di Gaza, che comprendeva prima dell’ottobre 2023 oltre 625.000 studenti e circa 23.000 insegnanti e professori, è stato annientato. Israele ha sistematicamente distrutto tutte le università di Gaza. Oltre alla distruzione delle università, la maggior parte degli edifici scolastici di Gaza sono danneggiati“.

L’università di Torino ha deciso che non parteciperà al bando 2024 in questione. A stabilirlo è stato il Senato accademico che ha votato in maggioranza (un voto contrario e due astensioni) una mozione che ritiene non opportuna la partecipazione al bando, visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza. La votazione si è svolta al termine di un’assemblea che si è tenuta nell’Aula magna del Rettorato tra i senatori e gli studenti del collettivo ‘Cambiare Rotta ‘e ‘Progetto Palestina’, che martedì mattina avevano chiesto un confronto sul tema, interrompendo una seduta del Senato accademico. La richiesta era quella di aderire alla lettera aperta firmata dai quasi 1.700 docenti di tutta Italia, tra cui 60 torinesi, in cui si chiedeva la sospensione del bando. “La protesta ha conquistato il confronto pubblico in aula magna tra la comunità studentesca e il senato accademico ottenendo il blocco della partecipazione dell’Università di Torino al bando Maeci 2024 – raccontano i militanti di Cambiare Rotta – Una vittoria importante che proveremo ad ottenere anche negli altri atenei dei Paese per smontare pezzo a pezzo la complicità delle università italiane con l’entità sionista”.

In mano ai terroristi c’è ancora un numero imprecisato di ostaggi, sequestrati il giorno dell’attacco. il più anziano ha compiuto 86 anni pochi giorni fa, il più giovane ha o avrebbe compiuto un anno a gennaio. Ma di lui non si hanno notizie certe.

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