Francoforte si è aggiudicata la sede dell’Amla (Anti-money-laundering authority), la nuova autorità di antiriciclaggio europea. Il voto è avvenuto a scrutinio segreto tra i rappresentanti dei governi Ue e del Parlamento europeo. Sconfitta Roma, candidata insieme a Vienna, Vilnius, Riga, Dublino, Madrid, Bruxelles e Parigi. La città tedesca ha incassato 28 voti. Al secondo posto si è piazzata Madrid con 16 preferenze, seguita da Parigi con 6 voti e Roma con 4. Nessuna preferenza per tutte le altre candidate.

“L’Amla svolgerà un ruolo chiave nella lotta alle attività finanziarie illecite nell’Ue. Con più di 400 dipendenti, inizierà le sue operazioni a metà del 2025”, ha scritto la presidenza di turno Ue del Belgio annunciando la vittoria della città tedesca. Ospitando la sede dell’Amla, la nuova autorità antiriciclaggio dell’Ue, “Francoforte sul Meno diventerà ulteriormente più forte come centro finanziario centrale in Europa”. scrive su X il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

L’alto numero di candidati e la modalità di voto avevano reso complicato ogni pronostico. Per la prima volta la città ospite di un’agenzia europea è stata decisa congiuntamente da Parlamento Ue e Consiglio, e non solo dagli Stati come in passato, su indicazione della Corte Ue (dopo ricorso italiano sull’agenzia del farmaco quando Milano fu battuta da Amsterdam).

Il voto è stati ripartito tra i rappresentanti degli Stati e dell’Eurocamera, con 27 voti a testa. La presentazione di Roma all’audizione congiunta tra Pe e Consiglio a fine gennaio era apparsa convincente, con anche un buon valore economico associato all’offerta (27 milioni per i primi otto anni). Avevano colpito per la parte economica anche Vienna (copertura perpetua dei costi) e Dublino (80 milioni di euro sul tavolo), assieme a Madrid (112mila euro al mese per la sede, più spese generali),.

Articolo Precedente

Elezioni europee, non capisco perché concedere il voto fuorisede solo agli studenti

next
Articolo Successivo

Eurogruppo, divergenze Francia – Germania sul mercato unico dei capitali. Freddezza sugli eurobond per l’Ucraina

next