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Le rivelazioni di Pietro Orlandi a Verissimo: “Emanuela segregata a Londra. Nel ’93 era incinta. In una lettera, il cardinale Poletti chiedeva aiuto per farla abortire”

Se effettivamente a Santa Maria Maggiore troveranno il muro indicato da questa persona e dietro a questo muro c’è questa cassetta, si apre uno scenario nuovo sul dopo 40 anni

Emanuela Orlandi avrebbe vissuto fino al ’97 a Londra, segregata in un appartamentino gestito dai Padri Scalabriniani. Ma c’è di più ed è emerso ieri nel corso dell’ultima puntata di “Verissimo” di cui è stato ospite Pietro Orlandi che ha mostrato un documento inedito che apre scenari tanto agghiaccianti quanto, secondo il fratello della ragazza scomparsa, verosimili. “L’ho ricevuta – ha detto ieri Pietro Orlandi alla conduttrice del programma Silvia Toffanin – da una persona che mi ha contattato un anno fa. Si è presentato da me, dicendomi di averla vista a Londra”. Non è la prima volta che la capitale del Regno Unito viene tirata in ballo come possibile destinazione della cittadina vaticana rapita nel cuore di Roma il 22 giugno del 1983. I “cinque fogli” ritrovati in una cassetta di sicurezza del Vaticano circa dieci anni fa su cui c’era una nota spese sostenute per il mantenimento della ragazza dal 1983 al 1997, indicavano tra le uscite in denaro una retta versata a un convento londinese.

“Emanuela Orlandi è passata per Londra dopo il rapimento”. Il fratello Pietro: “Ho trovato documenti in cui ci sono riscontri” – Il Fatto Quotidiano
Per essere più precisi, secondo questa fonte, la ragazza non viveva insieme alle altre ragazze nel convento stesso. “Lui dice – ha dichiarato Orlandi – che Emanuela era in un appartamentino di fianco al suo, all’interno di questo ostello dei padri scalabriniani. Oltre al convitto avevano anche appartamentini singoli adiacenti alla struttura e loro, quest’uomo insieme ad altri, stavano in quello di fianco”.