Prima di svanire completamente, e di cancellare i suoi account, quest’uomo ha detto al fratello Pietro di aver avuto contatti con Emanuela Orlandi. Non poteva parlarci, a quanto pare era suo compito sorvegliarla. Gli avrebbe anche detto che la ragazza non ha mai subito violenza, la sua reclusione era gestita da Poletti in questo appartamento dove nelle prime settimane con lei c’erano altre suore e dei sacerdoti. Io poi ho fatto delle ricerche su questa persona, coincidono con quanto mi ha detto. Continua Orlandi: “Lui confezionava ordigni casalinghi, era amico di Valerio Fioravanti. Ho provato a mettermi in contatto con Massimo Carminati ma non vuole incontrarmi. Non può aver inventato tutto, sarebbe folle. Quest’uomo mi ha detto che mi avrebbe raccontato solo le cose che aveva visto, non quelle che aveva sentito. Lui, in quanto vicino ai Nar, era molto legato alla Magliana e mi ha detto che la stessa banda era legata al cardinale Poletti. Mi ha riferito anche che in quegli anni organizzavano dei festini, era consuetudine. Nel gennaio del 1983 ha iniziato a ricevere l’incarico di andare in determinati punti dove incontrava delle persone che gli consegnavano delle ragazzine, di 12 o 13 anni, in stato di stordimento. Il suo compito era di consegnarle ad altre persone, di portarle da un punto all’altro con la sua auto. Succedeva ogni mese. Si è anche vergognato di dirmi questo, era pentito, perché io gliene ho dette. Ed è successo anche il 22 giugno di quell’anno” (il giorno in cui Emanuela è stata rapita, ndr)”. Queste notizie fanno pensare a un’altra storia dai tratti inquietanti. Nei primi mesi del 1983 la Capitale ha registrato una “altissima concentrazione” di ragazze scomparse, per cui si parlò anche di “tratta delle bianche” (per citare una approfondita inchiesta dell’epoca di Panorama) in riferimento allo sfruttamento sessuale delle malcapitate.
FQ Magazine
Le rivelazioni di Pietro Orlandi a Verissimo: “Emanuela segregata a Londra. Nel ’93 era incinta. In una lettera, il cardinale Poletti chiedeva aiuto per farla abortire”
Se effettivamente a Santa Maria Maggiore troveranno il muro indicato da questa persona e dietro a questo muro c’è questa cassetta, si apre uno scenario nuovo sul dopo 40 anni
