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Le rivelazioni di Pietro Orlandi a Verissimo: “Emanuela segregata a Londra. Nel ’93 era incinta. In una lettera, il cardinale Poletti chiedeva aiuto per farla abortire”

Se effettivamente a Santa Maria Maggiore troveranno il muro indicato da questa persona e dietro a questo muro c’è questa cassetta, si apre uno scenario nuovo sul dopo 40 anni

di Alessandra De Vita

Chi è l’uomo in questione? “Era una persona vicina ai Nar (Nuclei armati rivoluzionari, ndr) che alla fine dei ’70 conobbe il cardinale Ugo Poletti” che, lo ricordiamo, fornì la dispensa per la sepoltura del capo della fazione testaccina della Banda Magliana, il boss Enrico de Pedis, nella Basilica di Sant’Apollinare, sede della scuola di musica di Emanuela. Quest’uomo è il cosiddetto “postino” che il giornalista Alessandro Ambrosini descrive nella sua inchiesta “The Blackmail”, su Notte Criminale.

“Per me è una pista molto veritiera, lui sa questa cosa perché era lì. Mi ha raccontato ciò che sarebbe successo. La lettera è stata inviata dal cardinale Poletti all’ex segretario di Stato inglese e segretario del Ministero della Difesa. Dalla lettera si legge: “Egregio dottor Cooper, la ringrazio per essersi messo a disposizione in prima persona per la risoluzione immediata del problema totalmente inaspettato e indesiderato. Come sono sicuro le sia stato spiegato dai miei collaboratori nel Regno Unito, e avrà sicuramente appreso dai giornali internazionali, la signorina Emanuela Orlandi, è stata protagonista di vicende di primaria importanza nel panorama diplomatico internazionale ed è tuttora di vitale primaria importanza che la signorina Orlandi rimanga viva e in salute, per quanto con le apostoliche sedi è chiara la visione del Vaticano nello stabilire che anche un feto all’interno del grembo materno possiede un’anima, comprendo la sua preoccupazione ed essendone coinvolto in prima persona condivido anche parte del suo pensiero. Pertanto accetto il suo invito a Londra informandola che partirò per il Regno Unito il giorno 24 febbraio”. La lettera è datata primo febbraio del 1993. “Tutto ciò è molto vicino al mio pensiero, su quello che è successo a Emanuela”, ha aggiunto Orlandi.

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