“È stato l’ennesimo incontro negativo. Non ci sono state ancora proposte soluzioni. Così si sceglie la strada dello scontro“. Ad attaccare i sindacati Fiom-Cgil, Fim Cisl e Uilm, al termine di un nuovo vertice inconcludente a Palazzo Chigi sulla vertenza Ex Ilva, alla quale hanno partecipato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i ministri Raffaele Fitto (Pnrr), Adolfo Urso (Imprese) e Marina Calderone (Lavoro).
Un vertice nel quale, hanno spiegato i sindacati, l’esecutivo ha messo sul tavolo tre opzioni, senza però decidere ancora quale strada seguire: “Noi abbiamo ribadito al governo la necessità dell’assunzione di responsabilità con la salita del capitale pubblico. Ma nel corso dell’incontro di oggi ci sono state prospettate tre ipotesi. La prima, per cui Arcelor Mittal accetta di investire; la seconda, con la multinazionale che dichiara di essere d’accordo a uscire; la terza: nessun accordo possibile e quindi l’amministrazione straordinaria. Ci sarà un nuovo incontro con le organizzazioni sindacali tra il 9 e 10 gennaio, dopo l’8 gennaio, giorno in cui il governo incontrerà Arcelor Mittal. In quell’occasione il Governo dovrà dirci se sta con i lavoratori e l’interesse generale del Paese, piuttosto che con la multinazionale”, hanno rivendicato dalla Fiom-Cgil. E ancora. “Siamo l’unico Paese che non riesce a costruire una vera transizione perché siamo ancora ostaggio di una multinazionale”, ha spiegato il segretario generale Fiom Michele De Palma.
“Non sono bastati questi quattro anni, con il record negativo della produzione, migliaia di lavoratori in cassa integrazione, incertezze per la retribuzione per migliaia di lavoratori dell’appalto, il mancato completamento dell’ambientalizzazione, i problemi di sicurezza a causa dell’assenza di manutenzione. Non è accettabile che dobbiamo attendere fino al prossimo 8 gennaio, quando il Governo incontrerà i vertici di ArcelorMittal, per conoscere le loro intenzioni. Per noi non c’è più tempo da perdere, non c’è nessuna condizione per continuare a far gestire l’ex Ilva da ArcelorMittal”, ha attaccato pure Rocco Palombella (Uilm).
“Il governo è fortemente preoccupato di non avere contenziosi, vertenze internazionali o penali da pagare – ha concluso Roberto Benaglia (Fim Cisl) – . Noi abbiamo ribadito che più importante di questo è la situazione dello stabilimento e del gruppo che è in una gravissima emergenza”.
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