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Paola Barale presenta il suo libro sulla menopausa alla Camera: “Il tabù da sfatare è che significhi ‘vecchiaia’. Aiutare le donne a vivere questa fase si può”

Oggi 15 novembre, con Martina Semenzato presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza genere, la conduttrice presenta il suo libro “Non è poi la fine del mondo” (Sperling & Kupfer). Un racconto in prima persona sulla sua esperienza di menopausa precoce che accompagna la mozione di legge presentata alla Camera dei Deputati il 13 ottobre

di Simona Griggio

Non è la taranta, è la menopausa, la seconda fioritura, la bellezza senza giovinezza”, Paola Barale sorride quando invita tutte le donne a vivere questa fase fisiologica della vita con serenità. Ma anche con la consapevolezza che oggi esistono esami e cure che possono davvero accompagnare questa tappa femminile su cui ancora incombono pregiudizi e tabù.
Lo fa dalla sala stampa della Camera dei Deputati. Dove oggi 15 novembre, con Martina Semenzato presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza genere, presenta il suo libro “Non è poi la fine del mondo” (Sperling & Kupfer). Un racconto in prima persona sulla sua esperienza di menopausa precoce che accompagna la mozione di legge presentata alla Camera dei Deputati il 13 ottobre.

Il provvedimento sensibilizza il Governo a garantire una buona qualità di vita a tutte le donne del terzo millennio che trascorrono circa trent’anni della loro esistenza nella fase di menopausa. Come? Attivando un piano Stato-Regioni, per esempio, che supporti l’attività diagnostica di prevenzione-rischi. E promuova uno stile di vita sano e informato. L’attrice e conduttrice, che ora ha 56 anni, è in menopausa precoce da quando ne aveva 42. Con ironia e leggerezza nel suo libro ripercorre una vicenda personale complessa, comune a molte donne. Per abbattere i tabù e i pregiudizi che ancora circondano l’ingresso in questo nuovo ciclo dell’esistenza femminile: “No. Non si esce dal club – ironizza – non si è meno attraenti, meno desiderate e desiderabili. Questo è solo ciò che accede dentro la nostra testa”.

Paola Barale, cosa ha significato per lei la menopausa?
“Per me è stata uno choc. Avevo 42 anni quando il ginecologo mi ha mandato il messaggino sui risultati delle analisi. Ricordo che ero in fila alla biglietteria di Machu Picchu e ho letto in quell’esatto momento la frase: ‘sei entrata in menopausa’. Da allora, ogni volta che vedo passare in televisione un documentario su Machu Picchu penso a una cosa soltanto, il mio ingresso in menopausa. Peraltro davvero precoce.
Lei non ha figli: cosa ha comportato sapere che non ne avrebbe più potuti avere?
Uno dei temi più importanti della menopausa, quando accade prima della scadenza naturale, è quello della gravidanza. Io non ho mai voluto figli, è stata una scelta ben precisa. Ma quando vieni a sapere che non potrai più averli, ebbene, ti destabilizza. Almeno inizialmente. Poi una donna ci riflette e razionalizza. Alla fine ho pensato: ma se non li volevo prima che faccio, li voglio adesso solo perché non posso?
Perchè ha sentito l’esigenza di scrivere un libro sul tema della menopausa?
E’ nato come progetto collettivo a più voci. Nel libro parlano anche amici ed esperti, infatti. Quando mi sono accorta che parlando di menopausa in un programma televisivo le donne mi scrivevano del loro disagio come se avessi dato una notizia bomba ho capito che dovevo mettere a disposizione la mia esperienza personale. Il mio desiderio non era di scrivere per scrivere ma di aprire un varco nell’abbattere i pregiudizi. La menopausa, si stenta a crederlo, è ancora una parola tabù nella nostra società. Che genera silenzio e imbarazzo. Indotta o naturale che sia.
Conosce il motivo della sua menopausa precoce?
Ho avuto un fortissimo stress. Ho perso la mia migliore amica di infanzia e quando è mancata mi si è bloccato il ciclo. Non è mai più tornato. Ma ho deciso, informandomi, di aderire alla terapia ormonale sostitutiva che seguo ancora oggi. Penso a tutte quelle donne, persino trentenni, che vanno in menopausa precoce per malattia tumorale o per altri motivi e mi convinco sempre di più che ci sia tanto da fare per loro. Per farle sentire ancora donne a tutti gli effetti. Anche alle 50enni consiglio di approcciarsi a questa fase con l’idea di entrare in una nuova femminilità. Più consapevole.
Si parla spesso di calo del desiderio sessuale connesso alla menopausa…
Ci sono tanti pregiudizi. A livello ormonale è ovvio che quando sei fertile è diverso. Ma oggi ci sono cure sostitutive e alternative. Nel libro spiego come, per esempio, far diventare un lubrificante contro la secchezza vaginale un gioco erotico per la coppia. Insomma, dalla foresta pluviale alla Savana arida si può trovare un equilibrio. E bisogna spiegare ai maschi che il desiderio in una donna non perché deve fare ii conti con qualcosa di tangibile, la mancanza del ciclo.
La sua vita sessuale è felice a 56 anni?
E’ molto vitale. Lo è sempre stata. Alla mia età però si arriva a una consapevolezza diversa che permette di vivere la sessualità con maggiore selezione. Non è certo la ‘tartaruga’ a farmi eccitare. Ma questo è un percorso naturale di crescita. Con il passare degli anni quel tipo di approccio solo fisico diventa sempre più impegnativo, Finché cominci ad abbassare le luci di tutte le stanze di casa. Ormai siamo all’anticamera del buio pesto (ride, ndr).
Quali tabù ancora da combattere?
Il primo tabù da sfatare è proprio questo: menopausa uguale a vecchiaia. La menopausa è solo una fase di cambiamento e di nuova consapevolezza. Una rinnovata bellezza che deve essere sostenuta con azioni concrete: esercizio fisico, alimentazione, autostima. Per chi lo desidera esiste il ricorso alla terapia ormonale.
Come si è preparata alla stesura del suo libro?
Per prima cosa sono andata in libreria alla ricerca di qualche ispirazione. Ma il tema era sempre lo stesso: vivere la menopausa con serenità in tanti manuali dalle copertine smunte, verdine, gialline, rosine, bruttine. Per donne rassegnate. Tutte a suonare il violino mentre il Titanic affonda. Ho persino trovato un libro che parlava dei cinque gradi del lutto della menopausa. Sì, nella lista con il divorzio e il trasloco.
E quindi?
Ho pensato che non né così. Che non è la fine del mondo. Non è un lutto. L’introduzione di spazi di screening, consulenza e prevenzione medica nell’ambito del sistema sanitario nazionale affidati a professionisti in grado di gestire i disturbi associati a questa fase della vita femminile, oltre a prevenire rischi più gravi come l’osteoporosi, le patologie cardiovascolari e i tumori, possono dare informazioni importanti alle donne. Ripeto: non siamo fuori dal club!
Secondo lei gli uomini capiscono?
Gli uomini non devono fare i conti con una data precisa. Ma il loro percorso è uguale. Anche loro hanno squilibri. Non avranno le caldane ma condividono altre problematiche. Non vorrei citare il Viagra!

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