L’incontro tra sindacati e governo sull’ex Ilva si è concluso in modo “disastroso e preoccupante. Questa l’opinione di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm al termine del vertice con i capi di gabinetto dei ministeri interessati (Sud, Imprese e Lavoro) e quello della presidenza del Consiglio, tanto da aver deciso di proclamare “senza alcun tentennamento” otto ore di sciopero unitario in tutti gli stabilimenti per il prossimo 23 novembre, giorno in cui si terrà l’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia, la holding che controlla il gruppo siderurgico.

Il vertice “è andato malissimo anche rispetto alle minime aspettative”, ha attaccato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Il motivo? Il governo infatti ha subordinato ogni decisione sul futuro dell’acciaio di Stato all’assemblea del 23, in cui si capirà se ArcelorMittal, la multinazionale franco-indiana socia di maggioranza della holding, intende investire ancora in Italia, dopo aver firmato l’11 settembre scorso un memorandum con il governo all’insaputa di Invitalia, il socio pubblico.
ArcelorMittal non può tenere in ostaggio i lavoratori degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, non può tenere in ostaggio il governo italiano e non può tenere in ostaggio i cittadini delle città dove ci sono gli stabilimenti”, ha attaccato il leader della Fiom Cgil, Michele De Palma. “Il governo deve decidere se sta con i lavoratori o con una multinazionale che fino ad oggi non ha garantito la produzione, ha fatto cassa integrazione, messo a rischio la siderurgia, l’ambiente e la salute e sicurezza dei lavoratori. Il governo si deve assumere la responsabilità di dire basta di essere tiranneggiato dalla multinazionale”, incalza. “È ora che si faccia un negoziato vero, una contrattazione vera. Per questo noi crediamo lo sforzo ai lavoratori di scioperare, che non è facile in questa situazione, ma è l’unico strumento che abbiamo per provare a negoziare nei confronti dell’azienda”.
“A oggi l’incertezza è fortissima ed è grave che dopo il memorandum oggi il governo non ci abbia detto a che stato è, e se esiste una trattativa e a che punto è. Si andrà a vedere nell’assemblea dei soci se i Mittal tirano fuori i soldi per ricapitalizzare lo stabilimento”, dichiara il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia. Ma il governo, precisa, “ha garantito alcune cose che ci teniamo molto strette: ha garantito che non ci sarà fallimento e non ci sarà spegnimento dell’attività”.Fortemente critica pure l’Usb: “Siamo davanti a una multinazionale che dà gli ordini e un governo che li esegue”, ha accusato Sasha Colautti, dell’esecutivo nazionale. “Purtroppo non è stata soltanto la posizione di questo governo. Negli ultimi anni tutti gli esecutivi si sono sottomessi al socio privato”, ha concluso Palombella.
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