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La rivincita di Gaudiano a Tale e Quale Show: “Snobbato dalle radio e dal sistema musicale, mi è passata davanti gente che nemmeno sa mettere in fila due note”

Il cantautore ha vinto la 13esima edizione di “Tale e Quale Show”, battendo l'altro favorito alla vittoria Lorenzo Licitra. Gaudiano il 10 novembre pubblicherà il singolo “Numeri”: “È una canzone che parla del mio senso di inadeguatezza nel mondo della musica”

di Andrea Conti

Gaudiano è stato il vincitore della 13esima edizione di “Tale e Quale Show”, il varietà del venerdì sera di Carlo Conti che ha chiuso la puntata con ascolti soddisfacenti e importanti per Rai Uno con 3.913.000 telespettatori e 25.08% di share. Abbiamo incontrato il cantautore e vincitore di Sanremo Giovani 2021 con “Polvere da sparo” per un bilancio della sua esperienza e per parlare del prossimo progetto discografico dal titolo “Numeri”, in uscita il 10 novembre.

Come mai hai deciso di partecipare a “Tale e Quale Show”?
È stata una sfida, mi sono buttato con coraggio e incoscienza. A giugno, dopo il provino, non avevo la minima percezione che fosse andato bene, poi a luglio è arrivata la sorpresa di Conti che su Instagram aveva inserito il mio nome tra i partecipanti.

L’altro favorito alla vittoria era Lorenzo Licitra. Avete vissuto la gara con competizione?
Con Lorenzo ho un ottimo rapporto, non abbiamo mai vissuto la competizione se non a livello sportivo, ossia se vuoi valorizzare l’avversario devi impegnarti al massimo per dargli filo da torcere.

Nel tuo singolo ‘Numeri’ canti: “Caduto a terra dopo un volo pindarico e molti dei passanti”. Cosa è successo dopo Sanremo Giovani?
Il mio percorso ha avuto indubbiamente uno sviluppo strano.

In che senso?
Dopo la consacrazione a Sanremo Giovani non c’è stato quel tipo di riscontro, di successo dal punto di vista dei numeri e che fosse proporzionale al tipo di vetrina e del percorso fatto perché non ho partecipato solo a Sanremo Giovani, ma venivo da una gavetta precedente.

Come mai non è scattato nulla?
I motivi sono diversi, non solo in riferimento al sistema musicale, ma anche a impossibilità concrete come quelle del Covid. A causa delle normative stringenti e del lockdown non ho avuto la possibilità di fare concerti dopo il Festival e nemmeno di andare in studio per incidere il disco. Era tutto complicato dal punto di vista pratico.

E cosa è accaduto dopo?
A soli due mesi dalla vittoria al Festival, il 14 maggio ho pubblicato ‘Rimani’, una canzone che è stata snobbata completamente dalle radio nonostante le ottime critiche ricevute. Tutto questo è accaduto nonostante fossi il vincitore di Sanremo Giovani.

Perché le radio ti hanno snobbato?
Non lo so e non posso dare io la risposta. Credo che il sistema musica debba iniziare a porsi domande sul perché i progetti di qualità vengano accantonati per dare spazio a progetti, forse, rappresentativi di interessi maggiori.

In che senso?
Il mio progetto è il centro di interessi per il mio produttore discografico che ha investito in me e il mio progetto è andato avanti senza l’aiuto di nessuna major e etichetta.

Però per te si era fatta avanti Epic/Sony…
Nel momento in cui sembravo giocarmi la vittoria a Sanremo, ma era solo un contratto di licenza. La produzione fisica, la proprietà del master, l’investimento personale sono stati ad opera del mio produttore.

Sempre in “Numeri” canti: “E adesso che si è dissolta pure la scia vorrei tornare indietro oppure scappare via”. Hai pensato di ritirarti?
Credo che il successo personale si rifletta nel fatto di alzare la mattina e fare quello che ti piace e io ho questa fortuna La musica è solo una parte delle mie realizzazioni quotidiane. Mi piace scrivere canzoni, fare teatro e musical. Lanciarmi in nuove sfide, uscire fuori dalla zona di comfort.

Ma la botta l’avrai accusata quando le cose non andavano come dovevano?
Ci sono stati momenti difficili certamente, quando vedi che i frutti dei sacrifici e del lavoro non sono ripagati nonostante aver vinto Sanremo. Quando ti tarpano le ali, rimane una domanda in sospeso alla quale non devo rispondere io. Ma credo che sia una situazione che non riguarda solo me, ma la discografia in modo trasversale.

Cosa intendi?
Non sono l’unico che si è visto passare davanti gente che nemmeno sa mettere in fila due note e non sa fare nulla sul palco. Quando parliamo di musica a arte dobbiamo fare riflessioni perché passiamo dall’arte al commercio. Cosa stiamo producendo, dove stiamo andando? Ci vogliamo svegliare o no? Parlo da fruitore di musica più che da musicista. Poi se dobbiamo calare la testa al fatto il nuovo cantautorato sia diventato il rap – cosa che non mi trova d’accordo – va bene. Spero però imploda questa situazione che mi lascia perplesso.

Qual è il quadro della situazione musicale attuale?
Non stiamo dando la linfa giusta per farci del bene perché la musica serve alle persone, alla loro quotidianità, serve per stare bene con se stessi e ritrovarsi nelle storie di qualcun altro. Però se ci sono brani in cui si parla di stupro o di cocaina e si legittima questa ‘monnezza’, allora continuo ben volentieri a fare altro.

Cosa farai nelle prossime settimane?
Dopo il torneo di ‘Tale e Quale Show‘ venerdì. C’è lo spettacolo della Compagnia della Rancia “Once” che riprenderò. Uno show che alza l’asticella della qualità con tutti i componenti del cast a recitare, cantare e suonare gli strumenti. Poi riprenderò anche la produzione internazionale “Il fantasma dell’opera” a Montecarlo, a dicembre.

Hai presentato un pezzo per il Festival di Sanremo 2024?
Ci sono delle canzoni interessanti, ma non so se ci sarà voglia di ascoltarle e se possono essere all’altezza della situazione. A Sanremo è il percorso che fa la differenza. Se per andare a Sanremo servono i numeri allora probabilmente sono quello più indietro di tutti.

(foto: Ravagli Agi per Ufficio stampa Rai)

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