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Donna di 33 anni partorisce due gemelli da embrioni fecondati 30 anni fa: ecco come è stato possibile

Lydia e Timothy Ridgeway sono probabilmente il frutto degli embrioni congelati più a lungo che abbiano mai portato a un parto vivo, secondo il National Embryo Donation Center

di 30science per Il Fatto

Negli Usa, due neonati sono venuti alla luce 30 anni dopo che i loro embrioni erano stati congelati. Rachel e Philip Ridgeway, nati a loro volata circa 30 anni fa, hanno dato il benvenuto a Lydia e Timothy Ridgeway, probabilmente il frutto degli embrioni congelati più a lungo che abbiano mai portato a un parto vivo, secondo il National Embryo Donation Center. La precedente detentrice del record era Molly Gibson, nata nel 2020 da un embrione congelato da quasi 27 anni. Molly aveva sostituito nel record sua sorella Emma, nata da un embrione congelato per 24 anni. Va sottolineato che i dati sul periodo di congelamento degli embrioni negli Usa sono carenti e quindi i record in questione potrebbero essere sconfessati. Ma al momento sembra che non ci siano elementi a sostegno di casi di embrioni più “longevi”.

“Questa notizia contiene tre aspetti importanti – ha commentato Giuseppina Picconeri, fondatrice del Nike Medical Center di Roma e coordinatrice della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) Lazio, che proprio domani aprirà a Roma il quinto congresso regionale – il primo è la sopravvivenza per 30 anni di questi embrioni crioconservati, il fatto che una coppia più o meno della stessa età li abbia ricevuti in dono, e il terzo che la coppia precedente, dei genitori biologici li abbia potuti donare. E’ un aspetto estremamente importante della possibilità che si apre per raggiungere l’obiettivo della genitorialità per le persone che hanno difficoltà ad ottenere una gravidanza in maniera spontanea o anche ricorrendo alla fecondazione in vitro e alla PMA e che quindi hanno l’opportunità di ottenere questa gravidanza attraverso la donazione degli embrioni” “C’è qualcosa di sbalorditivo in questo”, ha detto Philip Ridgeway mentre lui e sua moglie cullavano i loro neonati in grembo nella loro casa fuori Portland, nell’Oregon. “Avevo 5 anni quando Dio ha dato la vita a Lydia e Timothy, e da allora ha preservato quella vita”. “In un certo senso, sono i nostri figli più grandi, anche se sono i nostri figli più piccoli”, ha aggiunto Ridgeway.

I Ridgeway hanno altri quattro figli, di 8, 6, 3 e quasi 2 anni, nessuno concepito tramite fecondazione in vitro o donazione di embrioni. Gli embrioni di Lydia e Timothy Ridgeway erano stati creati per una coppia sposata anonima utilizzando la fecondazione in vitro. Il marito aveva poco più di 50 anni e nel processo era stata coinvolta una donatrice di ovociti di 34 anni. Gli embrioni sono stati congelati negli anni ’90 e da allora conservati in un laboratorio di fertilità sulla costa occidentale Usa fino al 2007, quando la coppia che aveva dato l’avvio alla loro creazione ha donato gli embrioni al National Embryo Donation Center di Knoxville, nel Tennessee, nella speranza che un’altra coppia potesse usarli. Tecnicamente quindi si è trattato di una “donazione di embrioni”. Questo processo prevede che quando le persone si sottopongono alla fecondazione in vitro, possano produrre più embrioni di quelli che usano. Gli embrioni extra possono allora essere crioconservati per un uso futuro, donati alla ricerca o anche a persone che vorrebbero avere figli, come nel caso in questione. Come con qualsiasi altra donazione di tessuto umano, gli embrioni devono soddisfare determinate linee guida di idoneità della Food and Drug Administration statunitense per essere donati, incluso lo screening per alcune malattie infettive.

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