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Tiziano Ferro: “Non posso promuovere il mio romanzo in Italia perché avendo il divorzio in corso, non posso lasciare la California coi miei figli”

Il cantautore, dopo aver annunciato il divorzio dal marito, torna sul tema spiegando meglio il suo stato d'animo e soprattutto il perché non possa venire nel nostro Paese a promuovere “La felicità al principio”, scritto nelle notti insonni prima dell'arrivo della figlia Margherita

di Andrea Conti

Dopo 7 anni di amore, di cui 4 di matrimonio, Tiziano Ferro ha annunciato qualche giorno fa che ha avviato le pratiche di divorzio dal marito Victor Allen. Per questo motivo non potrà essere in Italia per le attività promozionali legate al suo primo romanzo “La felicità al principio”, scritto durante le notti insonni prima dell’arrivo della primogenita Margherita, che ha due anni, mentre Andres ha un anno e mezzo.

Tutto ruota al protagonista Angelo Galassi, che si finge morto e si trova a occuparsi di una bambina che, pur non essendo muta, non parla: “Questa non è la mia storia. L’ha scritta il mio angelo mentre vagava nella galassia dell’insonnia”, spiega nel libro il cantautore.

Se dicessi che sto bene, mentirei. – confessa a Il Corriere della Sera – C’è di peggio, c’è chi non affronta i problemi e fa scelte all’antica trascinando situazioni che possono diventare tossiche non solo per lui, ma per i figli. Io appartengo a una generazione i cui genitori non si sono lasciati per il ‘bene dei figli’, ma creando in realtà solo scompensi, facendo respirare infelicità ai bambini. Diciamo che sono in una condizione di speranza verso il futuro, ma non posso certo dire che sia un bel periodo”. Con onestà e trasparenza Tiziano Ferro spiega il suo stato d’animo: “Affrontare un divorzio non è mai bello, ma il mio è capitato con una tempistica tremenda, la sfiga ha sempre progetti precisi: è una vita che spero di scrivere un romanzo e, ora, la sua pubblicazione si scontra con un cataclisma come questo, che spero non prenda possesso della gioia che devo a me stesso e a chi mi segue. Però, non potevo tenere nascosta la verità: ho sempre vissuto mostrando una sola versione di me stesso, quella vera, e preferisco così piuttosto che inventare scuse e affrontare l’ansia che le cose possano venire fuori senza che le abbia potute spiegare. In questo momento, tuttavia, io che non sono invidioso, ammetto che invidio chi racconta di essersi separato nella pace più assoluta”.

Poi spiega perché non può venire in Italia con i suoi figli, una frase che ha scatenato mille ipotesi non corrispondenti a verità: “Ha scatenato gli odiatori seriali e ha dato pane ai cretini, specie considerando che i miei figli erano con me in tour in Italia questa estate. Ora, non poter partire coi bimbi è dovuto non alle leggi italiane, ma a un tecnicismo noioso e fastidioso: avendo un divorzio in corso, non posso lasciare lo Stato della California coi miei figli. Sarei potuto venire da solo, ma avrebbe significato non potermi occupare di loro, che in questo periodo stanno soprattutto con me (…) Io e Victor ci siamo rivolti a degli specialisti affinché ci aiutassero coi bambini e la prima e unica cosa che ci hanno detto è stata: teneteli lontani dai conflitti”.

Al termine del tour il cantautore aveva rivelato di aver un problema alle corde vocali, ma di essere riuscito a terminare i suoi concerti, seppur con qualche difficoltà: “Poco prima di iniziare il tour, ho sentito un problema alla voce. – ha raccontato – In 25 anni, non mi era mai successo, ma lì ne ero certo.

Ho detto: qualcosa non va. Sono andato dal medico e lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo: c’era un polipo alle corde vocali. Sapevo che c’era qualcosa perché non riuscivo a essere comodo nelle basse, che per me sono la cosa più facile del mondo. Mi hanno detto che non sarebbe regredito senza un’operazione. Ho scelto di continuare il tour, fare logopedia e di non dire nulla: non mi piace accaparrare benevolenza facendo il piagnone.

Però, salivo sul palco con angoscia, col rischio che la voce mancasse di colpo, anche perché, più la sforzi, peggio è. Finito il tour, dopo due mesi di riposo forzato, sono tornato dai medici e il polipo era regredito al punto che non c’era più niente da operare. Sparito. Un mistero”.

Un tour che è stato difficile su tutti i fronti “anche perché ero nel mezzo di ciò che ha portato al divorzio. L’ho affrontato con una spada nel cuore. Di sicuro, vivevo l’incapacità di esprimere qualcosa e insieme il bisogno di farlo. Manco a farlo apposta, nel momento in cui questo qualcosa ha preso una forma, seppure brutta e spiacevole, nel momento in cui ho trovato la voce per uscire da quel limbo doloroso, il polipo è sparito”.

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