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Il consigliere comunale di Benevento al volante senza patente e l’italica moda del “lei non sa chi sono io”

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Scala la classifica del sempre verde “Lei non sa chi sono io” l’avvocato Gerardo Giorgione, penalista, polemista, forzista. Beneventano, mastelliano dichiarato e convinto, cioè seguace attivo di Clemente Mastella, sindaco della città, poi mastelliano impigrito e distante, infine antimastelliano a 24 carati. Consigliere comunale, già assessore, ora vicecoordinatore di Forza Italia e capofila dell’opposizione. Sulla via del carcere di Montacuto, nelle Marche, dov’era atteso da un cliente ivi ristretto, scosso dall’orologio che segnava un ritardo colpevole, Giorgione subiva l’affronto dell’alt intimato da una coppia: lui uomo, lei donna. Purtroppo della polstrada. Toccò alla lei in uniforme (i fatti risalgono al 2018) sferrare il colpo mortale: guida senza patente, oltretutto scaduta. Multa e ritiro del lasciapassare.

Il Giorgione, forte di una disponibilità di parola, godeva di una tradizione ciarliera piuttosto hot. Aveva fatto guerra alla moglie di Renzi qualche anno prima. “La insultò e io lo destituii da assessore. Ricordo che l’insulto era aggravato dal fatto che a quel tempo Renzi fosse premier”, ricorda Mastella. Quindi quando l’agente donna della polstrada, mentre il collega registrava la multa, gli ha intimato di non rimettersi al volante il nostro Giorgione, prontissimo, ha sibilato: “Ci penso io a lei”. Com’è finita? Che l’avvocato è stato denunciato per oltraggio e il processo ha permesso a Giorgione di rammentare tutto lo sfavillante vocabolario guerresco. “Ero sotto stress, chiedo scusa alla poliziotta”, ha detto l’imputato, contrito e riflessivo. Uguale uguale a tutti gli altri colleghi del “non sa chi sono io”.

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