Poco più di un anno fa la notizia di un bimbo di appena 6 anni morto a Sharm El Sheik mentre era in vacanza con i genitori che erano anche loro finiti in ospedale. Ora potrebbe esserci finalmente una prima risposta alla richiesta di verità della famiglia. Si era ipotizzato che fossero tutti colpiti da una intossicazione alimentare, ma sarebbe morto per una gastroenterite virale o batterica di origine ignota il bambino originario di Palermo. La patologia non sarebbe stata affrontata con tempestività e in modo efficace dal medico dell’ambulatorio che, dopo i primi sintomi, visitò la vittima limitandosi poi a prescrivergli farmaci contro le intossicazioni alimentari e una flebo di soluzione fisiologica. Solo un giorno dopo essere stato visitato, quando ormai le sue condizioni, erano compromesse, Andrea venne portato in ambulanza all’ospedale internazionale di Sharm. Lo squilibrio elettrolitico, lo stato di disidratazione, cioè, dovuto alla forte dissenteria che l’aveva colpito era, però, ormai troppo grave.

A queste conclusioni sono giunti, prima i medici legali egiziani incaricati un anno fa dal procuratore di Sharm di eseguire l’autopsia, e ora gli esperti nominati dagli inquirenti palermitani. Due valutazioni in gran parte coincidenti che farebbero pensare a un caso di malasanità. Andrea e i suoi genitori, Rosalia Manosperti, allora incinta di 5 mesi, e Antonio Mirabile, cominciarono a stare male qualche giorno dopo l’arrivo in Egitto. Vomito, dissenteria gravi per il piccolo e il padre, lievi per la madre. Una intossicazione alimentare dissero i medici dell’ambulatorio, vicino alla struttura alberghiera, che prestarono alla famiglia le prime cure.

Il giorno dopo il primo consulto, visto che le condizioni del bambino peggioravano rapidamente, la coppia richiamò in ambulatorio e gli venne detto di ripassare nel pomeriggio. I genitori, però, compresa la gravità del caso, chiamarono un’ambulanza che portò il piccolo all’ospedale. Andrea morì subito dopo l’arrivo al nosocomio nonostante i ripetuti tentativi dei medici di rianimarlo, mentre il padre venne trasportato a Palermo con un aereo messo a disposizione dalla compagnia con cui la coppia aveva stipulato una assicurazione medica prima della partenza. Mirabile finì in rianimazione con seri problemi renali, ma fu curato e dimesso qualche giorno dopo. In Egitto, subito dopo il decesso le autorità disposero l’autopsia a cui seguì un secondo esame medico-legale in Italia. Dopo la presentazione di un esposto da parte della famiglia della vittima, il consulente della Procura chiese di poter visionare la relazione fatta dal collega egiziano. Non sarebbe stato a suo dire possibile giungere a una conclusione sulla vicenda senza conoscere elementi, come il contenuto gastrico della vittima, in possesso dei sanitari egiziani. La relazione del medico legale egiziano venne fatta avere al pm Vittorio Coppola, che coordina l’inchiesta, e che incaricò un interprete di tradurla. Duecento pagine fitte di dati che, dopo la traduzione dall’arabo, sono state trasmesse al consulente della Procura che ha potuto così completare il suo lavoro. L’esito degli accertamenti, che evidenzierebbero responsabilità dei primi medici che visitarono Andrea, spazza via una delle prime ipotesi fatte dopo il decesso e che vedeva la causa della morte in un avvelenamento da contatto con sostanze tossiche.

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