La tensione tra Pechino e Washington per Taiwan è sempre alta. Una nave da guerra cinese è arrivata a un passo dalla collisione, a poco più di 100 metri dal cacciatorpediniere americano Us Chung-Hoon, impegnato in un’attività congiunta Canada-Usa sulla libertà di navigazione attraverso lo Stretto di Taiwan. La notizia è riportata da Global News, in base alla testimonianza di un suo reporter in viaggio sulla HMCS Montreal, la fregata canadese che ha partecipato alla missione, dal 25 maggio nel mar Cinese meridionale. Secondo la ricostruzione, l’unità cinese ha fatto rotta per tagliare la prua del cacciatorpediniere Usa il cui equipaggio ha consigliato via radio di cambiare rotta per evitare la collisione.

Il comandante della Montreal, il capitano Paul Mountford, ha definito la mossa poco professionale e l’incidente “chiaramente istigato dai cinesi. Il fatto che questo fosse stato annunciato alla radio prima di farlo, ha indicato chiaramente che era intenzionale”. La nave dell’Esercito popolare di liberazione cinese, secondo la ricostruzione, ha intimato a quella americana di cambiare rotta e di allontanarsi per evitare la collisione. Mountford ha raccontato anche di aver sollecitato il cacciatorpediniere ad agire in modo tempestivo per evitare l’incidente. Gli americani, invece, hanno risposto chiedendo alla parte cinese di stare alla larga, ma alla fine il Chung-Hoon ha dovuto cambiare rotta e rallentare per evitare uno schianto considerato inevitabile senza le opportune correzioni. L’episodio è l’ultimo di una serie che ha visto gli Usa accusare la Cina “di aggressività e di non professionalità” nei mari e nei cieli.

Proprio oggi il capo del Pentagono Lloyd Austin, allo Shanghri-La Dialogue di Singapore, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono “profondamente impegnati a preservare lo status quo nello Stretto di Taiwan” e “continueranno a opporsi in modo netto contro qualsiasi cambio unilaterale da entrambe le parti”. Washington, secondo Austin, è “profondamente impegnata” nella politica di lunga data della ‘Unica Cina’, che riconosce Pechino come governo della Cina ma consente relazioni informali con Taiwan e ha indicato l’invasione russa dell’Ucraina come un esempio di “quanto diventerebbe pericoloso il nostro mondo se i grandi Paesi potessero semplicemente invadere i loro vicini pacifici impunemente“. “Gli Stati Uniti non cercano una nuova guerra fredda e la concorrenza non deve mai sfociare in conflitto. Per essere chiari non cerchiamo conflitti o scontri, ma non retrocederemo di fronte al bullismo o alla coercizione”.
Tuttavia, ci sono crescenti preoccupazioni che la Cina possa invadere Taiwan coinvolgendo gli Stati Uniti.

Pechino ha replicato al segretario alla Difesa accusandolo di “distorcere i fatti” sullo status di Taiwan, di cui Washington sostiene di voler difendere “la libertà”. Parlando allo Shangri-La Dialogue, dove è intervenuto anche il capo del Pentagono, il capo di Stato maggiore aggiunto della Commissione militare centrale cinese, il generale Jiang Jianfeng ha detto: “I commenti degli Stati Uniti su Taiwan ignorano i fatti, distorcono la verità e sono completamente sbagliati“. Austin, ha continuato nella sua reprimenda, “cerca di sottrarsi al principio di ‘una sola Cina’”, in base al quale Pechino rivendica la completa sovranità su Taiwan, “una parte sacra e inalienabile del territorio cinese”. “Questo principio raccoglie il consenso della comunità internazionale. È l’aspirazione comune e la sacra responsabilità di tutto il popolo cinese, compresi i nostri compatrioti di Taiwan, di completare la riunificazione della madrepatria ” ha concluso Jiang.

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