La Cina torna a condannare l’atteggiamento statunitense sul dossier Taiwan. In particolar modo, a disturbare la Repubblica Popolare è la vendita di armi a Taipei da parte di Washington. Una scelta, ha spiegato la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, che “viola gravemente il principio della ‘Unica Cina’ (riconosciuto anche dagli Stati Uniti, ndr) e i tre comunicati congiunti sino-americani. Di recente, Stati Uniti e Taiwan hanno continuato ad aumentare i legami militari. Ciò dimostra ancora una volta che gli Stati Uniti stanno trasformando Taiwan in una polveriera“.

Le parole di Ning arrivano in conseguenza della decisione della delegazione dell’industria della Difesa americana di ribadire la sua disponibilità “a partecipare al piano di difesa indipendente” dell’isola, al fine di rafforzarne la deterrenza in modo tale da evitare conflitti, secondo i media locali. “A questo proposito, l’atteggiamento dei compatrioti di Taiwan è molto chiaro”, ha osservato la portavoce ricordando che nei pressi della sede del forum i rappresentanti di vari gruppi di Taiwan hanno gridato slogan contro “i guerrafondai che spacciano la guerra” e contro “l’affidamento a stati terzi per cercare l’indipendenza e per attirare i lupi in casa“.

Da qui l’appello che sa di avvertimento lanciato a Washington: “Esortiamo gli Usa ancora una volta a rispettare il principio della ‘Unica Cina’, a smettere di vendere armi a Taiwan, a tagliare i relativi legami militari e a evitare di creare le tensioni nel Stretto di Taiwan. La Cina adotterà misure risolute ed energiche a difesa della sua sovranità e della sua sicurezza. Qualsiasi forza esterna che interferisca negli affari interni della Cina e mini la pace e la stabilità dello Stretto di Taiwan si assumerà la responsabilità delle sue azioni sbagliate e ne pagherà il prezzo“.

Si tratta solo dell’ultimo episodio nel contesto di alta tensione tra le due potenze mondiali riguardo alla questione di Taiwan che ha portato la Cina a simulare più volte un’invasione dell’isola e Washington a provocare militarmente la Repubblica Popolare. La scorsa settimana, il premier Chen Chien-jen ha confermato che Taiwan è in trattative con Washington su potenziali scorte di armi “su o vicino all’isola”, in forza del National Defense Authorization Act approvato dal Congresso americano a fine 2022.

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