“Spero che Giorgia Meloni voglia cogliere anche questa occasione per dire senza ambiguità – lei non è una donna ambigua – e reticenze che la destra i conti con il fascismo li ha fatti in fondo e senza infingimenti quando è nata Alleanza nazionale. An condannò il fascismo, Giorgia Meloni ha questa sensibilità”. Dopo i distinguo dei leader della Lega (prima Matteo Salvini e Luca Zaia, poi Lorenzo Fontana), a mettere in mora Fratelli d’Italia sulla Liberazione arriva anche Gianfranco Fini, l’ex delfino di Giorgio Almirante, l’ultimo leader del Movimento sociale italiano e il primo di An, promotore della svolta di Fiuggi con cui la destra abbandonò i riferimenti ideologici al fascismo. “Ancora una volta un 25 aprile di divisione, di polemiche e in alcuni casi di risse. Tutti si devono chiedere perchè e fare quello che possono per evitare che nei prossimi anni si sia nelle stesse condizioni. E deve farlo soprattutto la destra, che oggi governa forte di un voto indiscutibile e che per alcuni non avrebbe fatto i conti col suo passato”, avverte, ospite di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più su Rai 3.

Invece, secondo Fini, la destra “i conti li ha fatti”: “Proprio perché conosco Ignazio La Russa da una vita e Giorgia anch’essa da tanto tempo, sono convinto che ne siano consapevoli, ergo, soprattutto la premier, abbiano la determinazione nel dire chiaramente quello che so che ritengono veritiero: libertà, giustizia, solidarietà sono valori antifascisti, perché i sono valori della Costituzione. Non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo. O meglio, la capisco ma non la giustifico. Si dica chiaramente che FdI si riconosce nei valori antifascisti”, incalza. E fa una precisazione anche sul concetto di “pacificazione” più volte tirato in ballo da destra: “Pacificazione non vuol dire parificazione, pacificare vuol dire avere una memoria condivisa di quello che è accaduto: tutti coloro che sono caduti per i valori in cui credevano vanno onorati, i criminali no, però occorre anche saper distinguere qual era la parte giusta e quale la parte sbagliata, questo è il punto ineludibile”. Ma “bacchetta” anche la sinistra: La smetta di avere la paternità esclusiva della Resistenza, nella Resistenza c’erano anche uomini di destra, Mattei era un partigiano”.

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