Il 25 aprile è una festa fondante“, “Il 25 aprile festeggerò la Liberazione“, “È la festa di tutti gli italiani“. All’indomani della bufera su un esponente di vertice di Fratelli d’Italia, il presidente del Senato Ignazio La Russa, per la sua affermazione sull’antifascismo (“Quella parola non c’è in Costituzione”), i pesi massimi della Lega sembrano approfittarne per marcare le distanze dall’alleato di governo su questo tema scivoloso. E così il governatore del Veneto Luca Zaia dà un’ecumenica intervista al Corriere della Sera in cui celebra la ricorrenza: “È fondante perché la Liberazione dal nazifascismo è una cosa per cui non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi. Ma ha coinvolto donne, bambini, civili. E vanno ricordati gli ebrei sterminati e anche i non italiani che hanno partecipato”, dice.

Poi l’ex ministro dell’Agricoltura sottolinea un passaggio che può essere interpretato come una stoccata a La Russa: “Io spero che si riesca a uscire dal solito copione di guelfi e ghibellini. Noi per primi, come istituzioni dobbiamo evitare di tenere vivi certi conflitti. È assurdo che ci siano ancora letture revisioniste, che qualcuno possa ancora pensare di restare fermi a 78 anni fa”. Sulla stessa linea un altro leghista di peso, il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio: “Siamo il Paese di Coppi e Bartali, di Mazzola e Rivera, dei guelfi e dei ghibellini: temo che il 25 aprile rimanga, per qualcuno, l’unico momento per creare divisioni e scontri inutili che, sinceramente, non mi appassionano. Il 25 aprile dovrebbe essere la festa di tutti gli italiani“. In mattinata, poi, un commento sulla polemica che riguarda La Russa viene chiesto anche al leader leghista, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, in visita al salone del mobile di Milano: “Non commento, il mio obiettivo è sbloccare i cantieri. I cittadini mi pagano per questo, non per commentare”, risponde lui. Ma specifica: “Il 25 aprile celebrerò la Liberazione del nostro Paese”.

Anche il coordinatore di Forza Italia, l’altro vicepremier – e ministro degli Esteri – Antonio Tajani, getta acqua sul fuoco: “Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani. La guerra di liberazione è stata una guerra degli italiani per liberare dall’invasore tedesco il territorio nazionale: fu una scelta chiara contro il nazifascismo, ma la libertà non è patrimonio di un partito, è patrimonio di un popolo. Io sarò a Roma, alle fosse Ardeatine, a depositare una corona a nome del governo”, annuncia. L’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, ora deputato azzurro, è ancora più netto: “Purtroppo il centrodestra ha fatto un errore storico, abdicando rispetto ai contenuti. E questa data è diventata la festa dei partigiani, identificati con la Cgil e il Pci. In realtà senza l’esercito italiano, gli alleati e gli stessi partigiani, che non erano tutti di sinistra, non ci sarebbe stata alcuna Liberazione. Mi auguro che presto diventi una celebrazione, naturalmente antifascista, ma al di sopra di ogni parte politica“.

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