Cinquanta milioni di euro in più per i viaggi d’istruzione e una proposta di legge presentata da Sinistra italiana ed Europa Verde per istituire un fondo di solidarietà per consentire a tutti di non restare a casa. Dopo l’indagine de ilfattoquotidiano.it sui costi delle uscite didattiche nei giorni scorsi la politica si è mossa. La prima a farsi viva è stata Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi Sinistra) che ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Giuseppe Valditara. La preoccupazione è che si sta creando “un divario – ha spiegato l’onorevole – tra gli studenti che possono partecipare e quelli che sono costretti a rinunciare. Alcune scuole hanno deciso di destinare mete nazionali per mantenere i costi bassi o hanno messo a disposizione un ‘fondo di solidarietà’ per aiutare le famiglie, ma questo non è sufficiente a garantire il diritto allo studio attraverso la partecipazione ai viaggi di istruzione per tutti gli studenti”.

Pronta la risposta dell’inquilino di viale Trastevere che assegnerà, tramite apposita direttiva, 50 milioni di euro per consentire alle scuole, nell’ambito della loro autonomia, il coinvolgimento del più ampio numero possibile di studenti in viaggi d’istruzione e visite didattiche nell’anno scolastico 2023/2024. “È la prima volta – ha specificato Valditara – che delle risorse vengono stanziate per questa finalità e saranno destinate con una particolare attenzione per i ragazzi provenienti da famiglie meno abbienti”. Con un avviso pubblico di prossima adozione, saranno individuate le scuole a cui attribuire le risorse, reperite nell’ambito dello stanziamento del “Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi” istituito dalla Legge 440/1997. Sarà poi cura delle istituzioni scolastiche effettuare la puntuale ricognizione dei fabbisogni delle famiglie che beneficeranno del contributo. Ma non basta.

Piccolotti e gli altri dell’Alleanza hanno presentato una proposta di legge composta da tre articoli che puntano a dare un sostegno concreto alla situazione. L’idea è di dare la possibilità agli istituti di fruire della loro parte spettante del fondo e attingere contributi per gli studenti con un Isee massimo di 35mila euro, garantendo la gratuità del viaggio ai ragazzi con Isee inferiore ai 7.500 euro. “Se il fondo – specifica l’iniziativa legislativa – non dovesse essere sufficiente a coprire tutte le domande, il Consiglio di istituto può deliberare di utilizzare contributi volontari delle famiglie”. Tra l’altro i deputati hanno pensato di rendere fruibile la cosiddetta ex “18App” anche per i viaggi d’istruzione.

Sul tema d’altro canto è intervenuto anche Franco Gattinoni, presidente della federazione turismo organizzato di Confcommercio che in un comunicato ha denunciato: “I costi delle gite scolastiche sono ormai insostenibili per molte famiglie. Il carovita si abbatte sui viaggi di istruzione ed è inaccettabile che i ragazzi siano discriminati in base al censo. La stagione, dal punto di vista della programmazione, ce la siamo già giocata. Servono allora sostegni e politiche di accompagnamento. Diciamo da tempo che innanzitutto bisogna aiutare le scuole a pianificare i viaggi di istruzione con congruo anticipo in modo da spuntare prezzi più competitivi in sede di prenotazione”. Inoltre, ha sottolineato, “sarebbe utile snellire le procedure: è troppo complesso dover rispettare il Codice degli appalti per selezionare i fornitori in sede di organizzazione di una gita. Meglio sarebbe avvalersi del Codice del turismo. Ma soprattutto vanno immaginati aiuti alle famiglie in base all’Isee e vanno incentivati gli insegnanti che decidono di accompagnare i ragazzi in viaggio”.

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