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Figli nati da coppie omogenitoriali, il prefetto di Milano: “Circolare nasce da sollecitazioni formali di consiglieri di minoranza del Comune”

Figli nati da coppie omogenitoriali, il prefetto di Milano: “Circolare nasce da sollecitazioni formali di consiglieri di minoranza del Comune”
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“Riferirò al ministro dell’Interno le istanze delle famiglie arcobaleno, in particolare alcune riflessioni”. Il prefetto di Milano, Renato Saccone, oggi ha incontrato in prefettura una delegazione dei Sentinelli, dell’Associazione Famiglie Arcobaleno e del Cig Arcigay Milano, sui casi di interruzione della registrazione dei figli di coppie omogenitoriali. Il rappresentante del ministero dell’Interno sul territorio ha tenuto a puntualizzare la genesi della sua circolare che “nasce dal territorio, da sollecitazioni formali di consiglieri di minoranza del Comune” e che quindi “non nasce da circolari ministeriali”. In secondo luogo ha espresso preoccupazione per la “difformità di trattamento tra Comune e Comune in una materia di competenza esclusiva dello Stato“. I sindaci di alcuni comuni, per esempio Treviso e Padova, proseguono le iscrizioni in particolare delle coppie formate da due mamme.

Infine, ha spiegato, “viste le impugnative avviate dalla procura a febbraio per la rettifica degli atti dopo la sentenza della Cassazione del 30 dicembre, mi sembrava doveroso indicare una forma di cautela per gli Ufficiali di stato civile per evitare che si moltiplicassero situazioni di incertezza”. Il verdetto a sezioni Unite però si è espresso sul caso di due padri di un bimbo nato in Canada tramite gestazione per altri che è vietata per altri. Ora “è vicina la data della decisione di primo grado, mi sembra utile attendere l’esito”. Comunque, ha specificato, “il prefetto con quella lettera non fa un diktat” tanto che nella lettera di Saccone si specifica che “i Comuni che vogliono agire in difformità a questa interpretazione avranno cura di darne notizia alla procura che valuterà se ritiene di impugnare gli atti”. Si tratta di “un procedimento cautelare che il Comune di Milano aveva già adottato”.

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