Ieri una nota del ministro parlava di “errore tecnico nella stesura” del bando. Ma forse non è proprio così, se l’indomani la ministra Anna Maria Bernini annuncia l’avvio di un’indagine interna “per accertare le responsabilità, e chi ha sbagliato pagherà”. Responsabilità per un bando che ha destato più di un imbarazzo dalle parti di viale Trastevere perché avviava la selezione di 15 esperti di “elevata specializzazione” che avrebbero lavorato per 18 mesi full time. Gratis. Il tutto mentre in Senato è in discussione la norma sull’equo compenso.

L’avviso è stato protocollato il 7 marzo e pubblicato sul sito (leggi). Ed è alquanto esplicito nei termini: “Gli incarichi oggetto della presente Procedura sono a titolo gratuito, prevedono un impegno a tempo pieno e avranno una durata pari a 18 mesi, prorogabili su richiesta del Ministero”.

Anna Maria Bernini ha poi dichiarato di aver saputo della vicenda a cose fatte, tanto da aver chiesto la revoca dell’avviso entro la sera stessa perché “il contenuto e i termini dell’avviso pubblico non rispecchiano la volontà e il modo di procedere del Ministero, che considera il lavoro comunque configurato un valore cui deve corrispondere sempre un’adeguata retribuzione“. Una nota del ministero riferisce di un “errore tecnico”. Il bando, quindi, non c’è più. Ma la figuraccia resta. E ora si cerca il colpevole.

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