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Studentessa americana si lamenta del suo soggiorno-studio a Firenze: “Sei mesi da incubo, ho odiato tutto”. E Amanda Knox le risponde: “Ma cosa dici”

La 35enne statunitense condannata e poi assolta per l’omicidio di Meredith Kercher risponde a una studentessa e giornalista americana, Stacia Datskovska

di F. Q.

Ma cosa dici, studiare all’estero è fantastico“: così, su Twitter, Amanda Knox, la 35enne statunitense condannata e poi assolta per l’omicidio dell’amica Meredith Kercher, risponde a una studentessa e giornalista americana, Stacia Datskovska, che nelle scorse ore si era lamentata del suo soggiorno di studio a Firenze. “Sono una studentessa della New York University, ho studiato a Firenze per sei mesi e ho odiato ogni aspetto del mio soggiorno“, ha scritto Stacia nel suo articolo pubblicato sul magazine Insider diventato tra i più commentati degli ultimi giorni, raccontando il semestre studio trascorso nel capoluogo toscano lo scorso autunno e rimpiangendo la sua New York.

Quindi la 23enne americana ha elencato nel dettaglio i motivi che l’hanno portata a detestare così tanto l’Italia: “Le persone con cui vivevo avevano orari sfalsati rispetto ai miei, questo significava che sarebbero state in giro in vari momenti del giorno e della notte. Alcune prendevano l’autobus per il nostro campus alla periferia della città, mentre altre andavano a piedi al negozio di panini All’Antico Vinaio dopo lezione, tornando a casa saltuariamente per fare i compiti. Molti uscivano fino a tarda notte approfittando dell’età legale per bere in Italia”.

E ancora: “Io non andavo fuori a festeggiare, lavoravo a casa la maggior parte del tempo ed era diventato difficile concentrarmi sui miei progetti universitari”. E poi il comportamento degli italiani che, a suo dire, “vengono spesso descritti come pieni di sentimento e ospitalità, ma potrei fare esempi concreti di ostilità. Quando passavo per strada, gli italiani storcevano il naso” . Lapidaria la conclusione: “Mi sentivo come se stessi perdendo tempo prezioso a Firenze“. Poi, alla fine dell’articolo, la precisazione: “Con questo non voglio dissuadere gli studenti ad andare a Firenze. I miei sentimenti non sono l’esperienza di tutti gli studenti universitari, ma non posso essere l’unica a pensare che studiare all’estero sia un incubo“. Di certo a pensarla come lei non c’è – nonostante tutto – Amanda Knox.

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