Un video della durata di massimo un minuto per partecipare al flashmob social #noalloscudopenale: è l’iniziativa lanciata su Facebook e Instagram dalla rubrica “Ma io come campo”, in cooperazione con l’associazione Genitori Tarantini – ETS, nata con lo scopo di chiedere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non apporre la propria firma sul nuovo decreto Salva-Ilva. Il provvedimento prevede che non possano mai essere applicate all’acciaieria sanzioni interdittive che prevedano l’interruzione delle attività, disinnescando la possibilità che i magistrati possano sequestrare gli impianti mettendo a rischio la continuità produttiva. E che, se le sanzioni sono state già irrogate, possono essere estinte a patto che l’impresa abbia eliminato le “carenze organizzative che hanno determinato il reato”.

L’iniziativa social è partita dal basso grazie a una cittadina 27enne della provincia di Taranto, Carmen Zaira Torretta, ed è stata accolta dalla presidente dell’associazione Genitori Tarantini Cinzia Zaninelli, che ha spronato e invitato la popolazione tarantina a far sentire la sua voce, chiedendo giustizia sociale, ambientale, ecologica e climatica per la città di Taranto.

“Ma io come campo a Taranto se il dl viene approvato?”: questa la domanda – da cui prende il nome anche la rubrica da cui è partita l’iniziativa – che moltissimi cittadini, tra cui soprattutto i genitori dei numerosi bambini deceduti a causa di malattie riconducibili alle emissioni dell’ex Ilva, hanno rivolto con brevi messaggi video al presidente della Repubblica. Tra di loro anche Andrea – un bambino di dieci anni affetto da una malattia rarissima che costituisce un caso unico in Italia e solo otto nel mondo – che si presenta così in video: “Sono Andrea e voglio diventare grande”. “Dobbiamo mettere in salvo il pianeta e le nuove generazioni”, ha affermato la presidente dell’associazione Genitori Tarantini.

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