Ormai sembra di sentire un disco rotto: “L’essere fatato o mitologico di una fiaba è diventato di colore? Impensabile, questo è black washing, non certo inclusività!”. A scatenare il dibattito, questa volta, è il trailer del nuovo film Disney Peter Pan & Wendy, un remake dell’iconica pellicola ispirata alla fiaba di James Matthew Barrie in uscita il 28 aprile sulla piattaforma streaming Disney+. Nel filmato si vede infatti come per il ruolo della Fata Campanellino sia stata scelta l’attrice afroamericana/iraniana Yara Shahidi. Insomma, dopo La Sirenetta, Disney ha deciso nuovamente di dare un ruolo di rilievo a una persona di etnia diversa da quella originale, andando questa volta a trasformare la fatina bionda con occhi azzurri in una donna con la carnagione olivastra e i capelli corvini Risultato? una valanga di critiche è piovuta sul trailer e sull’attrice Yara Shahidi, colpevole di aver accettato il ruolo. Fra i commenti che si possono trovare sotto il profilo di Shahidi, abbiamo scovato perle agghiaccianti come “okay, quindi non avreste problemi a fare Tiana bianca in un remake, giusto?“. E si fa presto a nascondersi dietro a un dito, ma insultare un progetto, o una persona, perché un mostro mitologico squamato non ha la pelle color avorio, o perché la Campanellino che tanto ti piaceva da piccolo non assomiglia all’attrice che la Disney ha scelto per interpretarla non è sintomo di inclusione, ma di un (neanche troppo) velato razzismo.
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