“Ci sarà un’accelerazione per un fronte comune in Parlamento sul salario minimo dopo la vittoria di Elly Schlein alle primarie dem e il suo appello a una convergenza tra le opposizioni? Beh, diciamo che l’appello era del Partito democratico, vorrei ricordare che alla Camera il primo atto da noi portato avanti era stato una mozione proprio sul salario minimo. E al Congresso pure Stefano Bonaccini si è sempre detto favorevole”. A rivendicarlo, non senza sarcasmo, la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, sostenitrice del presidente della regione Emilia Romagna alle primarie, a margine di un convegno organizzato dalla Uil. “L’esigenza di andare avanti su questo tema è condivisa anche dai colleghi del M5s, quindi andiamo avanti”, ha continuato.

Silenzi invece, sul rischio di nuove scissioni e sugli addii annunciati o minacciati al Nazareno: “Giuseppe Fioroni, Giorgio Gori e gli altri? Parlo soltanto del convegno…”, si è limitata a replicare la capogruppo dem a Montecitorio. Serracchiani ha già chiarito di voler mettere a disposizione il proprio mandato, precisando di trovare “normale rimettere l’incarico” dopo le primarie e che lo avrebbe fatto anche in caso di vittoria di Bonaccini.

All’evento organizzato dalla Cisl era prevista anche la presenza del presidente M5s Giuseppe Conte, poi saltata in extremis per “altri impegni”. Al suo posto Davide Aiello, deputato della commissione lavoro: “Timori per la sovrapposizione dei programmi tra noi e il nuovo corso Pd targato Schlein? Chiaro che ci sono delle convergenze sui temi, penso non soltanto al salario minimo, ma anche alla giustizia sociale e ambientale. Ci confronteremo in Parlamento, ma non bastano i programmi: alla prova dei fatti, serve capire se c’è la volontà politica di portare avanti questi temi”, avverte. Precisando anche come il M5s si auguri che anche le altre forze politiche “cambino rotta” sul tema delle armi e della pace in Ucraina. Mentre dal convegno è il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri a rivolgersi alla nuova segretaria Pd: “Ci confronteremo, ma siamo abituati a giudicare il lavoro sui fatti. Sul salario minimo siamo favorevoli, ma deve coincidere con i minimi contrattuali, altrimenti si rischia di indebolire i diritti dei lavoratori”.

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