Spiazzati. Anche il M5s, come praticamente mezza Italia, “non ha visto arrivare” la vittoria di Elly Schlein. E il giorno dopo l’elezione della prima segretaria donna della storia del partito, cerca di studiare le prossime mosse: nessuno si aspettava che Stefano Bonaccini e la sua macchina avrebbero perso le primarie e ora c’è da rifare la strategia politica da zero. Perché non cambia solo l’interlocutrice, ma tutto l’approccio del rapporto tra il Pd e il Movimento. Sarà anche per questo che Giuseppe Conte non ha praticamente parlato per 24 ore. Ha fatto solo un Tweet, a caldo. E il tono non era certo dei più rilassati: “Auguri di buon lavoro a Elly Schlein”, ha scritto intorno all’una di notte. “Gli elettori Pd hanno chiesto un cambiamento rispetto a chi ha barattato le misure del Conte 2 su lavoro, ambiente, povertà, sostegno a imprese e ceto medio con la vuota agenda Draghi. Su questi temi noi abbiamo già da tempo progetti chiari“. Lavoro, ambiente e povertà, ha detto Conte. Esattamente i punti toccati da Schlein nel suo discorso dopo la vittoria. Solo che ora lo dice “una donna leader giovane e che non è mai stata presidente del Consiglio”, borbottano dalle parti del M5s. “Non ci basterà rivendicare che noi l’abbiamo fatto per primi”. E proprio la sovrapposizione dei temi e dei programmi con il Pd che sarà è la grossa incognita per il Movimento di Conte.

“Siamo spiazzati perché non ce l’aspettavamo, questo sicuramente. Tutti i ragionamenti degli ultimi tempi si basavano sulla vittoria di Bonaccini”, raccontano i vertici del Movimento lontano dalle telecamere. “Certo, qualcuno è preoccupato. Perché potrebbe ricalcare i nostri temi e le nostre battaglie.. su questo non c’è dubbio”. In alcuni ambienti vicino al M5s, il clima dopo la vittoria di Schlein è di attesa: il Movimento finora aveva sempre (o quasi) rivendicato la sua vicinanza ai giovani e ai temi più radicali, si era piazzato nell’ala più progressista e distinto da un Partito democratico sempre più annacquato. “Così cambia tutto”, commentano alcuni parlamentari interpellati da ilfattoquotidiano.it. In generale però, in tanti rivendicano anche il fatto che questa vittoria “potrebbe essere un’opportunità politica”: “Nelle chat oggi si vedevano tanti complimenti. Alcuni hanno scritto ‘era ora’. E’ una leader che piace a tanti di noi. Io personalmente ci vedo un’occasione. Perché con Bonaccini saremmo finiti schiacciati dai suoi buoni rapporti con Azione-Italia viva. Mentre così potremmo creare noi il fronte del voto utile nell’ala progressista”. E ancora, commentano, “tra i nostri oggi, c’è un buon clima perché viene considerato un cambiamento in senso positivo”. E soprattutto, dopo la rottura dell’alleanza prima delle politiche, si comincia a riparlare di alleanze e accordi che non siano solo locali. Certo, sono analisi premature, ma è chiaro che i ragionamenti iniziano ora. “Resta il fatto che noi e anche lo stesso Conte abbiamo un ottimo rapporto con lei“. “Anche troppo”, osservano i meno ottimisti. E proprio l’ala più critica non risparmia le perplessità: “Un tempo eravamo noi il nuovo. Ora il nostro leader rischia di essere quello anziano, con i capilista anche loro anziani e nessuna scelta di rottura. Per fare opposizione a Giorgia Meloni non è più lui la novità”. E qualcuno va oltre: “Conte ci ha piazzati a sinistra, facendoci perdere i voti dei delusi di destra. Se ora i delusi del Pd tornano a casa, noi che fine facciamo?”.

L’ex presidente del Consiglio, per il momento, tace. E manda avanti pochi fedelissimi che hanno centellinato le dichiarazioni. Al posto dell’ex premier hanno parlato i capigruppo di Camera e Senato. Il primo, Francesco Silvestri, ha puntato proprio sull’intesa migliore che potrà nascere con Schlein leader: “La sua vittoria può rappresentare un grande aiuto per le battaglie che il Movimento 5 stelle ha posto dentro e fuori il Parlamento”, ha detto. “Speriamo che in casa Pd si chiuda la stagione del ‘ma anche’ e se ne apra una capace di interpretare la voglia di cambiamento dei cittadini. In questi anni siamo spesso stati lasciati soli da un Pd spaesato e senza bussola”. La seconda, Barbara Floridia, ha proprio detto che da Schlein ha “sentito parole simili” a quelle del M5s su “giustizia sociale, lotta ai cambiamenti climatici, salario minimo, scuola e sanità”. Ma “passiamo ai fatti”, ha chiuso. In generale, le dichiarazioni del Movimento sono poche e, proprio per questo, molto simboliche. Insieme ai capigruppo in Parlamento, si sono complimentati i colleghi a Bruxelles: “Speriamo sia un cambio di passo per il Pd”, hanno detto.

Non sono poi passati inosservate le note di alcuni ex parlamentari M5s in Emilia-Romagna. Tra le prime ad uscire ad esempio, c’è stata Giulia Sarti, ex deputata a cui Conte ha affidato il ruolo di coordinatrice del comitato per la Legalità e la Giustizia del Movimento. “Credo che sia una vittoria molto bella”, ha detto a ilfattoquotidiano.it. “Manda un segnale importante e per me vuol dire maggiore possibilità di collaborazione su alcune battaglie. Il Movimento ha un’identità fortissima, ad esempio, su legalità, mafie e giustizia. Noi abbiamo già marcato la linea, quindi per noi può essere solo un bene se finalmente il Pd farà scelte meno ambigue. Anzi, ora ci auguriamo di ricevere maggiore sostegno sulle battaglie comuni”. Infine, per Schlein, è arrivato anche un altro endorsement inaspettato. Quello dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi: “Voglio farle i miei auguri”, ha scritto in una nota. “Essere una donna alla guida di una realtà politica presenta molte sfide, soprattutto quando si vince contro le aspettative di certe strutture consolidate. La nuova segretaria del Pd può e deve portare una rinascita all’interno del suo partito. Osserverò il suo operato con grande interesse”. Poi più tardi, a Radio24, ha aggiunto: “Le ho mandato un messaggio. Spero di poterla incontrare”. Insomma, dalle parti del M5s si guarda con grande attenzione alla nuova segretaria. In attesa di capire la prossima mossa di Conte. E soprattutto di Elly Schlein.

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