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Kekko dei Modà e la lotta contro la depressione: “Non riuscivo a piegare le gambe, il cervello mi ha bloccato il fisico. Le medicine? Pensi si diano ai pazzi, mi vergognavo”

Il cantante dei Modà parla di come sia arrivato a vedersi diagnosticata la depressione, demone interiore al centro anche di “Lasciami”, il brano in gara al prossimo Festival di Sanremo

di Emanuele Corbo

Nella vita di Kekko Silvestre c’è una data difficile dimenticare, anche se non per un lieto evento: 29 aprile 2021. È questo infatti il giorno in cui al cantante dei Modà viene diagnosticata la depressione, e della lotta contro questo demone interiore l’artista parla in Lasciami, il brano che la band porta in gara al Festival di Sanremo 2023: “Mi sono svegliato e non riuscivo a piegare le gambe” racconta Kekko a proposito di quella mattina, “pensavo fosse un’influenza ma dopo dieci giorni a letto ho temuto che potesse essere una malattia degenerativa. Mi ha visitato un neurologo e mi ha diagnosticato la depressione”.

Intervistato dal Corriere della Sera, Silvestre ripercorre con la memoria gli eventi che lo hanno portato a una diagnosi apparentemente così inaspettata. Il corpo, però, manda sempre dei segnali: sta a noi poi voler dare loro ascolto. Ecco quindi che l’artista ricorda i numerosi attacchi di panico prima dei concerti, nascosti sotto il tappeto “anche per il senso di responsabilità verso la mia famiglia e i miei genitori. Ho accumulato troppo e il cervello alla fine mi ha bloccato il fisico. La depressione è un male oscuro che non si fa vedere e vive dentro di te”.

In particolare dopo il tour che ha visto i Modà esibirsi allo stadio San Siro la situazione rischia di precipitare e Kekko è a tanto così da mollare tutto: “Sentivo le gambe che non tenevano, andavo in confusione… all’ultima data mia madre aveva in mano il rosario… Ho pensato di smettere del tutto […]”. Addirittura lo stop dovuto alla pandemia sembra a Silvestre quasi una benedizione: “Ero così distrutto che accolsi bene la notizia dello stop dei tour per il Covid”. Ma è solo un’illusione, perché la pausa forzata gli dà il colpo di grazia: “Quando sei in quello stato cerchi di tenere solo le cose che ti fanno sentire al sicuro: il solito ristorante, i soliti amici… Il Covid mi ha tolto anche quello. Ci sono stati momenti non semplici, ricordo quando chi mi era vicino mi vedeva con lo sguardo perso nel vuoto”. Poi, la lenta risalita: “Quindi è arrivato il blocco fisico: un mese dopo, l’11 maggio, ho iniziato a curarmi. I farmaci sono il veleno di cui parlo nella canzone. All’inizio li vedi così, pensi che quelle medicine si diano ai pazzi. Mi vergognavo, ma lentamente sono tornato a vedere i lati positivi della vita”. Oggi Kekko non si considera ancora guarito. Ciononostante sembra aver trovato la giusta attitudine per reagire, e in quest’ottica si inserisce anche la partecipazione a Sanremo: “Il tour dell’anno scorso mi ha lasciato carico di adrenalina e mi ha fatto capire che se stai sul divano non guarisci. Questo mi ha dato il coraggio di affrontare il Festival”.

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