Ha un contratto di cinque ore settimanali con l’azienda che si è aggiudicata il servizio di pulizie delle Poste del Lodigiano. In quelle cinque ore la signora Lina (il nome è di fantasia), 55 anni, ha il compito di pulire 17 diversi uffici postali in 15 diversi Comuni, che deve raggiungere con la propria auto. La sua paga oraria è di 7,18 euro lordi all’ora. Lo stipendio a fine mese? 143,76 euro. In teoria ha diritto al rimborso del carburante: ma i 500 euro che ha speso ad agosto, settembre e ottobre li ha rivisti solo con la busta paga di novembre, liquidata il 5 dicembre, a quattro mesi dalle prime uscite. Esausta di girare come una trottola per pochi spiccioli, e non trovando altre occupazioni, il 25 gennaio la donna si è rivolta alla Filcams Cgil di Lodi perché, semplicemente, non riusciva più a lavorare: “Questo mese ho avuto altre spese e non ho più i soldi per la benzina”, ha detto.

A seguire la sua pratica è il sindacalista Daniele Gariboldi. Parlando al fattoquotidiano.it, mostra uno dei fogli di presenza che Lina gli ha consegnato: “Il giorno 4 novembre la signora, che parte dalla sua abitazione di Graffignana, si reca con l’auto a Brembio dove inizia a lavorare alle 8:45 e stacca alle 9:10. Poi va a Secugnago: qui inizia alle 9:30 e pulisce l’ufficio fino alle 10. Poi a Cavenago, dove inizia alle 10:25 per staccare alle 11 e recarsi a Boffalora, dove arriva alle 11:38; alle 12:25 è a Crespiatica dove rimane fino alle 12:35, quindi torna indietro a va a Salerano dove lavora dalle 13 alle 13:45. Si può calcolare una media di venti minuti, mezz’ora per ufficio postale”. Secondo Google maps, in questa giornata Lina passa in auto per lavorare circa un’ora e 43 minuti. “Tra l’altro”, sottolinea Gariboldi, “le pulizie vengono fatte a ufficio ancora aperto: in ognuno la signora deve firmare un foglio con l’orario di arrivo, spuntare le voci delle prestazioni eseguite e segnare l’ora in cui va via”.

“In un mese”, riassume il sindacalista, “la signora, per venti ore di lavoro, percorre tra i 900 e i 1000 chilometri, spendendo più in benzina di quanto percepisca di stipendio. Sicuramente il suo caso fa clamore, ma a quanto ci risulta non è isolato: la stessa tipologia di contratto viene spesso applicata per chi fa le pulizie negli uffici delle banche. Per accettare queste condizioni una persona deve essere davvero disperata”, chiosa. La Filcams Cgil si è ora attivata presso il datore di lavoro, la Miorelli Service spa, una multiservizi di Trento che conta seimila dipendenti in tutta Italia. Il sindacato ha chiesto di avere una copia del contratto (mai rilasciato alla signora), che i rimborsi chilometrici vengano pagati nel mese a cui le prestazioni si riferiscono e, soprattutto, che venga ridotto il numero degli uffici postali da pulire. L’azienda non ha ancora risposto.

Articolo Precedente

Licenziamenti di massa a Sap, il colosso del software taglia 3mila dipendenti: “Dobbiamo aumentare la redditività”

next
Articolo Successivo

“Lavoriamo più di 12 ore per 7 giorni a settimana, molte in nero”: la denuncia degli operai del tessile “made in Italy” di Firenze e Prato

next