L’udienza a carico della presidente della Casa delle donne Lucha y Siesta, per l’occupazione dell’immobile di Via Lucio Sestio a Roma, è stata rinviata al 26 aprile. A comunicarlo l’avvocata del centro antiviolenza, Federica Brancaccio, durante la conferenza stampa organizzata a piazzale Clodio proprio in occasione dell’udienza. “Questo processo non ha alcun fondamento – ha spiegato Michela Cicculli, attivista di Lucha Y Siesta e consigliera comunale nella Capitale – la presidente vede cadere su di sé una responsabilità che invece è cittadina, è una comunità che è entrata all’interno dell’immobile e non solo una persona.” Al presidio organizzato all’esterno del tribunale era presente anche Ilaria Cucchi.

“Essere qui è il frutto del fallimento delle istituzioni – ha dichiarato la senatrice di Sinistra italiana – che non solo abbandonano le vittime e gli ultimi, ma anche tutte quelle realtà che, proprio in questi casi, le sostituiscono.”
La Casa delle donne Lucha y Siesta è stata occupata l’8 marzo del 2008 da circa 300 donne. Da allora, fanno sapere le attiviste, è stata “liberata” diventando un punto di riferimento nazionale e internazionale per le donne che intraprendono un percorso di fuoriuscita dalla violenza, trasformandosi anche in un progetto sociale, politico e culturale. L’immobile, un tempo di proprietà di Atac, la municipalizzata del trasporto pubblico, è stato messo all’asta e nel 2021 è stato acquisito dalla Regione Lazio. L’immediata assoluzione della presidente del centro antiviolenza è quello che chiedono a gran voce le attiviste e le associazioni che hanno partecipato al presidio tra le quali Non Una di Meno, D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza e BeFree cooperativa sociale contro tratta, violenze, discriminazioni.

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