Papa Francesco riforma il Vicariato di Roma. Un provvedimento che, in modo molto significativo, Bergoglio ha voluto pubblicare il giorno dopo il funerale di Benedetto XVI. Un chiaro segnale di governo con una riforma che era in cantiere già da alcuni mesi e di cui, però, nessuno, soprattutto in Vicariato, si attendeva l’imminente entrata in vigore. Significativo è anche quanto Bergoglio ha affermato durante l’omelia della messa della solennità dell’Epifania presieduta nella Basilica Vaticana, rispondendo, anche se non esplicitamente, alle polemiche sollevate contro di lui dal segretario di Raztinger, l’arcivescovo Georg Gänswein: “Adoriamo Dio e non il nostro io; adoriamo Dio e non i falsi idoli che ci seducono col fascino del prestigio e del potere, con il fascino delle false notizie; adoriamo Dio per non inchinarci davanti alle cose che passano e alle logiche seducenti ma vuote del male”.

Nella nuova costituzione apostolica sul Vicariato di Roma, In Ecclesiarum communione, il Papa scrive che “la Chiesa perde la sua credibilità quando viene riempita da ciò che non è essenziale alla sua missione o, peggio, quando i suoi membri, talvolta anche coloro che sono investiti di autorità ministeriale, sono motivo di scandalo con i loro comportamenti infedeli al Vangelo. Questo non è un problema solo per la Chiesa: lo è anche per coloro che la Chiesa, popolo di Dio, è chiamata a servire con l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della carità”.

Francesco ha rivisto il ruolo del cardinale vicario, incarico attualmente ricoperto da Angelo De Donatis: “L’esteso impegno che richiede il governo della Chiesa universale mi rende necessario un aiuto nella cura della diocesi di Roma. Per questo motivo nomino un cardinale come mio ausiliare e vicario generale (cardinale vicario), che a mio nome e per mio mandato, avvalendosi della collaborazione degli altri miei vescovi ausiliari, tra i quali scelgo il vicegerente, esercita il ministero episcopale di magistero, santificazione e governo pastorale per la diocesi di Roma con potestà ordinaria vicaria nei termini da me stabiliti”. E ancora: “Il cardinale vicario provvederà a informarmi periodicamente e ogniqualvolta lo riterrà necessario circa l’attività pastorale e la vita della diocesi. In particolare, non intraprenderà iniziative importanti o eccedenti l’ordinaria amministrazione senza aver prima a me riferito”.

Come vicegerente, il Papa ha nominato monsignor Baldassare Reina. “Il vicegerente, – scrive Francesco – mio vescovo ausiliare con potestà ordinaria vicaria nei termini da me stabiliti, coadiuva il cardinale vicario, coordina l’amministrazione interna della Curia diocesana. Il vicegerente dirige gli uffici che compongono il servizio della Segreteria generale del Vicariato”. Ha, inoltre, “il compito di moderare gli uffici del Vicariato nell’esercizio delle loro funzioni, convocare mensilmente la riunione dei direttori di tutti gli uffici del Vicariato, fissare criteri per una corretta applicazione del principio dell’interlocuzione unica nei rapporti tra il Vicariato e le altre autorità, curare che i dipendenti del Vicariato svolgano fedelmente i compiti loro affidati. Esercita i poteri propri del cardinale vicario quando questi sia impedito o assente o l’Ufficio del medesimo sia vacante, avendo cura di sottopormi le questioni di maggior rilevanza”.

Maggiori poteri anche ai vescovi ausiliari. Essi, ha stabilito Bergoglio, “sono miei vicari episcopali e hanno potestà ordinaria vicaria nel settore territoriale per cui sono stati da me nominati”. Inoltre, “i vescovi ausiliari per i settori territoriali in cui è articolata la diocesi di Roma, in forza della potestà ordinaria vicaria di cui godono prendono le opportune decisioni pastorali e amministrative riguardo al proprio territorio con attento discernimento e, dopo aver sentito il parere degli altri membri del Consiglio episcopale, in accordo con il cardinale vicario, compiono gli atti amministrativi di loro competenza”.

Novità anche sulle nomine dei parroci e l’ammissione al sacerdozio: “Quando si presenta la necessità di provvedere a un nuovo parroco, il vescovo ausiliare del settore territoriale di sua competenza, dopo aver verificato le condizioni della parrocchia, le sue esigenze, e il lavoro svolto dal parroco o dal viceparroco da sostituire, ascoltato il Consiglio pastorale parrocchiale interessato, relaziona al Consiglio episcopale ove si procede al confronto riguardo ai presbiteri che nella diocesi si ritengono adatti all’ufficio. Dei candidati debbono essere valutate anche le caratteristiche spirituali, psicologiche, intellettuali, pastorali, e l’esperienza compiuta nell’eventuale precedente servizio. Si dovrà, per questo, raccogliere il parere dei formatori, nel caso di candidati più giovani, e dei vescovi che ne conoscono la personalità e le esperienze pregresse. Il cardinale vicario, compiuto l’iter, mi sottopone per l’eventuale nomina i candidati all’ufficio di parroco, e nomina i viceparroci. In vista delle ordinazioni diaconali e presbiterali per la diocesi di Roma si dovrà sottoporre al Consiglio episcopale una relazione disposta dal vescovo delegato ai seminari, sentito il rettore e l’équipe formativa del seminario che ne ha curato la formazione. Il cardinale vicario mi sottopone i candidati per l’eventuale ammissione agli ordini sacri, ottenuto il consenso del Consiglio episcopale”.

Francesco, infine, ha stabilito che ci sia maggiore collegialità in tutte le decisioni: “Il Consiglio episcopale, organo primo della sinodalità, è il luogo apicale del discernimento e delle decisioni pastorali e amministrative riguardante la diocesi e il Vicariato di Roma. Il Consiglio episcopale, che si riunisce almeno tre volte al mese, è da me presieduto, o, in mia assenza, dal cardinale vicario, ed è composto dal vicegerente e dai vescovi ausiliari. Mi deve essere inviato quanto prima l’ordine del giorno di ogni riunione. Il Consiglio episcopale esprime il suo parere o dà il consenso nei casi stabiliti nella presente costituzione apostolica. Il cardinale vicario nella sua funzione di coordinamento della pastorale diocesana agisce sempre in comunione con il Consiglio episcopale, per cui si discosti dal suo parere concorde solo dopo aver valutato la questione con me”.

Twitter: @FrancescoGrana

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