Sarà il consenso sceso ormai sotto al 15%, sarà che il partito è passato in un solo anno da 320mila iscritti ad appena 50mila, nel Partito democratico alle prese con la corsa per l’elezione del nuovo segretario è il tempo dei gesti eclatanti. O almeno delle parole. Come quelle dell’ex ministro Dario Franceschini che in un’intervista al Corriere chiede una “frattura” e un Pd “più radicale”. L’occasione è il suo endorsement all’ex vicepresidente dell’Emilia-Romagna Elly Schlein, candidata alla guida del partito in competizione con Paola De Micheli, Stefano Bonaccini e Gianni Cuperlo. Perché, spiega Franceschini, “ha 37 anni e tutte le caratteristiche culturali e personali per essere la leader del Pd in questo tempo nuovo”. Di più: “La generazione mia e di Bonaccini ha guidato il partito a vari livelli dalla fondazione nel 2007 a oggi e ora è giusto che lasci il passo“. Insomma, il governatore emiliano si faccia da parte e faccia spazio al nuovo che avanza. Apriti cielo.

Per l’ex ministro della Cultura serve un Pd “più radicale: nella proposta politica, più netto e più coraggioso”. E “in questo momento – spiega – non serve la continuità e la tranquillità”. Piuttosto, quella di Schlein dovrà essere una “frattura” col passato. Dovrà “cambiare tutto: gruppi dirigenti, abitudini, rendite di posizione, respingendo compromessi al ribasso”. Insomma, il vecchio si faccia da parte. Lui compreso? E’ quanto suggerisce chi ha letto l’intervista e non l’ha digerita. La dem Alessia Morani ribatte su Twitter: “Franceschini è un politico di razza e mi stupisco che possa dire dall’alto delle sue sette legislature, capogruppo alla Camera, sottosegretario e ininterrottamente ministro che nel Pd dove è stato segretario deve ‘cambiare tutto’. Magari iniziare a dare l’esempio facendo spazio, no?”.

E non è la sola. Dalla direzione del Pd Francesca Puglisi commenta: “Per la serie muoia Sansone con tutti i filistei. Bonaccini fa paura perché cambierà davvero il gruppo dirigente. E senza abbandonare la vocazione maggioritaria porterà il pd a battere la destra come ha già fatto in Emilia-Romagna”. L’ex parlamentare del Pd Patrizia Prestipino rincara. “Franceschini dice che la generazione sua e di Bonaccini deve passare mano alla Schlein. Peccato se ne sia ricordato essendo parlamentare per la settima volta e dopo aver fatto il ministro cinque volte in cinque governi diversi. La politica per lui, più che pensiero, è ormai un affare di famiglia“, ha scritto sui social.

E poco importa se Franceschini distingue: “Schlein è Schlein, io sono un’altra cosa”, chiarendo che si tratta solo di consigli sulla futura linea del partito, come la necessità di “intestarsi solo alcune battaglie e di confrontarsi col Movimento 5 stelle che è molto maturato”. Perché le sue parole hanno già acceso gli animi e sembrano divertire anche i meno interessati alla corsa per la segreteria. Dopo quelli dei protagonisti, sui social compaiono i commenti di altri utenti. Dai più velenosi: “Franceschini poteva iniziare non presentandosi alle ultime elezioni. Si è fatto rieleggere e ha fatto eleggere pure la moglie (che, come Zingaretti, era vicina alla scadenza del suo mandato in Regione Lazio…davvero una voce utile al futuro del Pd…”. A quelli più ironici: “E’ bello sapre che siete la principale causa della vostra estinzione. Continuate pure così”. E non manca chi risponde alla Morani: “Accipicchia che solidarietà tra compagni di partito. Quando l’unico collante che unisce ex democristiani e comunisti è il potere, basta un nulla per scatenare livore”.

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