Due degli indagati dell’inchiesta che a Bruxelles sta facendo tremare l’Europarlamento avrebbero dovuto essere tra i relatori di un convegno programmato per il 12 e il 13 novembre a Venezia. Si tratta della terza Conferenza internazionale sui processi di pace, che quest’anno aveva come titolo: “Fermate la guerra, vogliamo scendere”. Dopo gli arresti e le rivelazioni riguardanti ipotesi di corruzione, la due giorni è stata annullata dalla Società Informazione e dall’Università Ca’ Foscari. Sul palco dell’auditorium Santa Margherita erano previsti gli interventi dell’ex eurodeputato di Articolo Uno, Pier Antonio Panzeri (arrestato), e del sindacalista Luca Visentini, ex segretario della Uil friulana, ora presidente della Confederazione internazionale dei sindacati (rilasciato sotto condizioni). Panzeri, in qualità di presidente di Fight Impunity (uno dei tre organizzatori dell’evento veneziano), avrebbe dovuto partecipare alla sessione dedicata al ruolo dell’Europa nella soluzione dei conflitti, mentre Visentini avrebbe presentato il 20esimo Rapporto dei Diritti Globali, ovvero lo Stato delle Impunità del mondo. In particolare quest’ultima sessione avrebbe affrontato anche la situazione in Qatar.

Nell’elenco degli enti che avevano aderito al convegno, troviamo Uiki (Ufficio Informazione Kurdistan-Italia), Cooperativa Noncello, Associazione Catalana per la Pace, Global Campus of Human Rights, Tribunale Permanente dei Popoli e Rete Università per la pace. L’obiettivo era quello di fare il punto sui processi di pace nel mondo (Irlanda, Colombia, Paesi Baschi, Turchia, Kurdistan), riflettere sulla creazione di meccanismi che si adoperino per la promozione del dialogo nei conflitti dove non sia ancora stato avviato alcun negoziato e offrire una “rete” di protezione e verifica per i processi solo formalmente conclusi. Erano previsti, tra gli altri, gli interventi del presidente del partito colombiano Comunes, Rodrigo Londono Echeverri (firmatario per le Farc-Ep dell’accordo di pace con il governo colombiano nel 2016) e di Adem Uzun del Congresso Nazionale del Kurdistan (che ha preso parte al tentativo di negoziati tra Turchia e Pkk). Due delle sessioni avrebbero dovuto affrontare il tema del corpo delle donne come campo di battaglia e la presentazione del terzo Quaderno dei Diritti Globali, centrato sul tema: “Dopo l’Ucraina. Crimini di guerra e giustizia internazionale”.

L’annullamento della due giorni ha suscitato la reazione del vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia al Senato, Raffaele Speranzon, che ha annunciato un’interrogazione: “Un meeting imbarazzante, un grande raduno dei progressisti da salotto, che parlano di diritti umani mentre i loro esponenti di punta prendono borse di contanti per chiudere un occhio sui diritti umani in Qatar. È legittimo chiedersi come sia stata finanziata l’organizzazione di questo evento e se c’entri qualcosa con lo scandalo di queste ore”.

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