Mi presento: sono Ricky Farina. Ho 53 anni, ho un calcolo al rene da operare, e sono in crisi. Non ho più voglia di essere me stesso, a voi non capita mai? Ho una laurea in filosofia che non mi serve a niente, non ho un lavoro, non ho una moglie, non ho figli, non ho responsabilità se non quella di essere me stesso. Non sono un intellettuale, non sono uno studioso, capisco a malapena il francese e l’inglese, faccio film ma non sono un regista, scrivo aforismi ma non sono un aforista, scrivo anche qualche poesia senza essere un poeta. Sono un videoblogger del Fatto Quotidiano online, ogni tanto viene fuori un bel pezzo, ma proprio ogni tanto.

Non so niente di chimica, fisica, geometria, matematica, non so come funziona un frigorifero, l’economia per me è arabo e non so nemmeno l’arabo, anche se mio padre è nato e vissuto al Cairo. Sono un fallimento totale! Aiuto. Che crisi! Faccio sesso vestito perché non amo il mio corpo, ma amo i miei vestiti, almeno quello. Sto invecchiando. Inesorabilmente. La cenere attende. Diventare un mucchietto di cenere è quasi consolatorio. Ho una donna che si è innamorata di me e purtroppo sono fedele! Odio la fedeltà ma non riesco a dire bugie, quindi non posso tradire, nemmeno quello! Che disdetta, che amarezza!

Dicono che sono sensibile ma non è un pregio, per me è una debolezza, vorrei essere duro e implacabile, ma niente da fare e nemmeno da disfare. Volete sapere che cosa sono? Un velleitario. Vorrei essere famoso come Pamela Prati, ma non sono Pamela Prati! Non essere Pamela Prati mi distrugge, mi accascia, mi prostra. Che crisi, che crisi! Il sospetto di essere un bluff e una mezza calzetta mi ossessiona. Mi guardo allo specchio con crescente diffidenza. Non è facile essere Ricky Farina. Ma voi come fate a essere voi stessi? Ci riuscite? Vi amate? Io non mi amo, per questo fumo come un disgraziato. Ero riuscito a smettere e ho ripreso: un altro fallimento. Non credo nemmeno in Dio: vedo solo tenebre e morte. Sto perdendo anche il senso dell’umorismo, l’unico senso che ravvisavo in questa vita pericolante sull’orlo del precipizio.

Invecchio, invecchio sempre di più. Questo invecchiamento assume contorni precisi: inizio ad amare l’autorità, l’ordine e quando vedo un poliziotto mi viene voglia di abbracciarlo. Sono sempre stato un masochista felice, ma sto diventando sadico. Quando sento di ambientalisti o animalisti che gettano sugo di pomodoro sui capolavori della pittura, mi vengono fantasie crudeli, annientatrici, devastanti: inizio a dubitare della mia bontà d’animo. Che cosa manca alla mia totale disfatta? Mi manca di imprecare contro due giovani che slinguano per strada, quando accadrà saprò che ho raggiunto il fondo e salterò dalla finestra, ma abito al secondo piano, maledizione!

Crisi, crisi, maledetta crisi. Come uscirne? Fare lavori socialmente utili? Non ne ho voglia, preferisco stare sdraiato sul divano a crogiolarmi nel mio futile compatimento assolutorio. Forse non sono nemmeno un altruista, lo credevo una volta, ora non lo credo più. L’egoismo mi divora, anche questa crisi è solo un riflesso egocentrico, non riesco a distrarmi da me stesso, a dimenticarmi. E che cosa potrei dire a uno psicologo? Che mi struggo perché non sono Pamela Prati? Cavolo, quanti atti impuri ho commesso pensando a Pamela Prati! Uno che fa finta di essere un poeta dovrebbe amare le donne angelicate, invece no! A me la donna piace procace, volgare, scosciata, scellerata, animalesca e affamata! E perché sogno di essere Pamela Prati? Per fare l’amore con me stesso, e torna l’egocentrismo, vedete? Non c’è pace.

Come diceva Steve Martin “se fossi una donna passerei il tempo a toccarmi le tette”. Ecco, io sono così, ma senza tette, non ancora almeno, anche perché alcuni maschi invecchiando sviluppano pure le tette! E se con l’età che avanza mi venisse pure il doppio mento? Ho già la doppia personalità, figuratevi avere doppio mento e doppia personalità, no, è intollerabile, inaccettabile, il mio sistema nervoso si sta incazzando, sta diventando veramente nervoso. E quando sei seduto al tavolino di un bar e vedi passare certe donne che sono un vero “disturbo alla quiete pubica”? E quando la quiete resterà quiete e basta? Non è orribile tutto ciò?

Gli ormoni sono dei messaggeri che si affaticano. Che atrocità è invecchiare, come si permette il tempo di farci questo? Ma voi come fate a non essere Pamela Prati? Non vi vergognate? Non è per voi una costante e incessante sofferenza? Come fate a reggere questo dramma che è la vita? Questa cosa che vi costringe a essere voi stessi, senza possibilità di fuga se non la morte. Dio mio, che crisi, che crisi! Ecco, ora sto meglio, mi sono sfogato. Non sono Pamela Prati, devo accettarlo. E andare avanti. Devo accontentarmi di essere Ricky Farina, fino alla polvere e oltre.

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