Dalla storica villa ad Arcore fino a quella in Sardegna, passando per Villa Grande, sull’Appia antica, dove l’ex premier recentemente ha accolto in più occasioni anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Sono tante le dimore personali di Silvio Berlusconi diventate simbolo della politica del centrodestra negli ultimi 30 anni. Per siglare la tregua nel centrodestra e far nascere il governo, Berlusconi invece è stato costretto anche a lasciare le mura amiche e giocare fuori casa, in via della Scrofa. La sede di Fratelli d’Italia è il luogo scelto per l’incontro che, almeno ufficialmente, ha fatto tornare la pace nella nuova maggioranza. Il segno di quanto i tempi siano cambiati.

Berlusconi va a Canossa a ritrovare sintonia con Meloni, definita “supponente, arrogante, presuntuosa, offensiva, una con cui non si può andare d’accordo” in alcuni suoi appunti immortalati dalle telecamere. Impossibile non notare la portata simbolica dell’incontro durato meno di un’ora e mezza. Ma stavolta c’è la maggioranza da salvare, una maggioranza che punta a presentarsi compatta dal Capo dello Stato per chiedere che a Palazzo Chigi, dopo lo “strappo” di Forza Italia al Senato sull’elezioni di Ignazio La Russa. “L’incontro si è svolto in un clima di unità di intenti e di massima cordialità e collaborazione. Fratelli d’Italia e Forza Italia si presenteranno uniti, con le altre forze della coalizione, alle prossime consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”. Al termine del faccia a faccia le poche parole per sancire la ritrovata unione vengono affidate a “fonti” dei due partiti e poi pubblicate sui social network da Berlusconi.

L’ex premier pubblica anche una foto con la leader di FdI, entrambi sorridenti. Sembra quindi scongiurata l’ipotesi di un centrodestra diviso al Colle. Di più, la stessa nota pubblicata su Fb riferisce che Meloni e Berlusconi “sono al lavoro per dare il più presto possibile all’Italia un governo forte, coeso e di alto profilo che si metta subito al lavoro per affrontare le urgenze”. I due leader, viene ancora riferito, “hanno fatto il punto sui dossier economici più urgenti, a partire dal caro energia, tema che, tra l’altro, sarà al centro del prossimo Consiglio europeo”. Un esecutivo “di alto profilo” è stato il ritornello ripetuto da Meloni fin dal giorno successivo alla sua vittoria alle urne.

Le poche parole sembrano far intuire che mancano solo i dettagli per arrivare a un’intesa definitiva sulla squadra dei ministri. Tanto che poco dopo cominciano a trapelare i primi nomi, abbinati ai vari incarichi: Antonio Tajani vicepremier e ministro degli Esteri, Elisabetta Alberti Casellati alle Riforme, Carlo Nordio alla Giustizia, Gilberto Pichetto Fratin al ministero della Transizione Ecologica. Sono questi, riferisce l’Ansa, alcuni dei nomi discussi nel corso dell’incontro tra Berlusconi e Meloni. La premier in pectore quindi sembra aver tenuto il punto sul ministero della Giustizia, che era nelle mire di Berlusconi. La leader di Fdi avrebbe però dato la disponibilità ad indicare altri due esponenti azzurri per il ministero della Pubblica Amministrazione e per l’Università. Tra i nomi che circolano ci sono quelli di Deborah Bergamini e Anna Maria Bernini. Si parla anche di Alessandro Cattaneo all’Innovazione tecnologica.

L’incontro di oggi è figlio di un fine settimana di contatti telefonici e trattative per arrivare a una rappacificazione. I familiari e i fedelissimi di Berlusconi lo hanno portato a miti consigli, dopo le tensioni che hanno reso turbolenta la partenza della nuova maggioranza. Il clima si è stemperato grazie al lavoro “di fioretto” dei pontieri, lungo l’asse fra Gianni Letta (che ieri è andato ad Arcore) e il nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. La svolta è anche nelle parole di Licia Ronzulli. “Il ‘caso Ronzulli’ non è mai esistito, e comunque non esiste più”, ha assicurato la fedelissima di Berlusconi, su cui Meloni ha messo il veto all’entrata nel governo. Il forzista Paolo Barelli oggi ha avuto un lungo colloquio ‘pre-vertice’ con il capogruppo di Fdi Francesco Lollobrigida a Montecitorio. “Da questo vertice ci attendiamo armonia”, ha spiegato La Russa. “Oggi si fa la pace e scoppierà il sereno”, ha commentato il deputato di Fi, Alessandro Cattaneo. Di certo, le tensioni dopo lo strappo di Fi in Senato e lo scontro sul caso degli appunti di Berlusconi su Meloni, hanno prodotto un’incertezza tale da generare preoccupazione anche nella famiglia del Cavaliere. Non solo per gli scenari legati al governo, ma anche per il subbuglio che attraversa il suo partito, in cui molti hanno accolto con sollievo l’’incontro chiarificatore Meloni-Berlusconi.

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