Dopo il risultato ottenuto da Fratelli d’Italia e alleati nelle elezioni politiche di ieri, la nomina di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio è ormai poco più che una formalità. L’evento – storico – sarà anche memorabile, o meno, a seconda di come la destra governerà. Le precedenti esperienze non sono state positive, né per l’Italia né per la destra stessa, tanto da concludersi spesso precocemente. Ora si aggiungono forti turbolenze internazionali, e un Paese indebolito dalla pandemia. Perciò la destra merita l’incoraggiamento generale e un “periodo di grazia”, in cui dimostrare di voler e saper governare per il bene comune. Più della dispersione di poltrone e denari pubblici agli “amici” (che stimola sempre nuovi appetiti e scontenti), ciò potrà dargli slancio e compattezza.

A mio avviso, tre sono le questioni su cui da subito, e nel primo anno, si misurerà la statura del nuovo Presidente del Consiglio, e riguardano l’economia e le istituzioni. Esse sono: (1) Gli investimenti pubblici del Pnrr; (2) I rapporti con l’Europa; (3) Le eventuali riforme istituzionali.

Per quanto riguarda il primo punto, è stato detto che il Pnrr andrebbe “rivisto” (Tremonti) o “rinegoziato” (Boeri). Ma in verità, non ci sono più i tempi tecnici (Franco) e si rischierebbe di perdere molti soldi. Meglio allora non cancellare quel che è stato fatto, accantonare le obiezioni ideologiche sulle destinazioni dei fondi; e partendo da qui andare avanti. Per essere precisi: il Pnrr è un’occasione storica che non si ripeterà per decenni; i soldi non dovrebbero essere sprecati né usati male; le P.A. hanno bisogno di altro tempo per affinare e implementare i progetti di investimento: più di quanto non è disposta a dare l’Europa. Ma se il governo vorrà alzare la qualità, senza illusioni dovrà schierare subito negoziatori di alto livello tecnico e diplomatico; ed un nucleo tecnico centrale a supporto delle amministrazioni più deboli.

Per quanto riguarda l’Europa, i precedenti governi di destra si sono scontrati con l’Ue, venendone destabilizzati (dall’aumento degli spread); e l’Italia ha subito seri danni economici e finanziari. Sarebbe pertanto un grave errore di presunzione sottovalutare ancora questa problematica. Per evitare che la Storia si ripeta, il Presidente del Consiglio potrebbe avvalersi di figure tecniche di rilievo anche politico, adeguatamente supportate (da uno staff qualificato) con accesso diretto alla sua persona e a quella del ministro dell’Economia. Queste figure dovrebbero contribuire in modo decisivo al disegno delle politiche macro-economiche, perseguendo gli obiettivi del governo ma nella “stabilità”.

È solo il caso di ricordare che i negoziati con l’Ue saranno continui, e non riguarderanno solo il bilancio dello Stato e le “riforme strutturali”, ma investiranno anche le cruciali “regole europee” (monetarie innanzitutto, e fiscali) che tanto ci penalizzano (lo spread è a 230bp e toglie già così allo Stato italiano una decina di miliardi l’anno). Esse vanno riscritte urgentemente (per generale ammissione), ma negli ultimi 25 anni l’Italia non ha proposto nulla di significativo (Bankitalia e MEF essendo ambienti di alto livello culturale ma conservatori, perché legati al fatale Trattato di Maastricht), per l’assenza di una visione profonda sulle soluzioni possibili e sul come arrivarci.

Per quanto riguarda le riforme istituzionali, infine, premetto: io lascerei perdere la Costituzione. La destra rappresenta una minoranza di italiani: una minoranza non si fa la “sua” Costituzione. Sarebbe il modo migliore per alzare la tensione, spaccare il Paese, nascondere i veri problemi, indebolire il governo. D’altronde, le riforme costituzionali non hanno mai portato fortuna a chi le ha promosse. Ma forse l’onorevole Meloni ci tiene troppo al “presidenzialismo”. Allora, che farebbe uno statista? Promuovere, assieme al presidenzialismo, un rafforzamento dei checks and balances democratici! Oltre ad essere una manovra corretta sul piano del disegno costituzionale, toglierebbe la terra sotto i piedi ai critici del governo. Ci sono tanti articoli della Costituzione ancora inattuati, o ignorati e da rivitalizzare… Ma anche qui, assumere un consigliere non di destra, di forte sensibilità democratica, sarebbe prezioso (per il governo).

Il messaggio di questo post è: non perdete tempo nell’organizzare le strutture tecniche necessarie per un buon governo. E tanti auguri! Ne avremo bisogno.

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