Il recente braccio di ferro politico tra Forza Italia e Fratelli d’Italia per la presidenza del Senato, che ha incrinato l’unità del blocco di destra appena risultato vincitore delle elezioni, ha certamente molte cause, una delle quali potrebbe essere legata agli elettori contrari ai vaccini e al green pass.

Giorgia Meloni, che ha un certo fiuto politico, ha sposato senza esitazioni la demagogica causa del rifiuto del green pass. L’opposizione al vaccino e quella al green pass sono distinte, perché se il vaccino salva vite umane, il green pass come applicato in Italia coarta la libera volontà del cittadino che ha il diritto di rifiutare le cure mediche, anche salvavita; però è ovvio che tutti i no-vax sono anche no-green pass. L’opposizione al green pass è sentita, perché i vaccini disponibili contro il Covid non impediscono la circolazione virale e quindi non giustificano l’adozione di misure coercitive.

Licia Ronzulli, per la quale Berlusconi chiedeva una carica ministeriale, è una professionista della Sanità e si era spesa in favore dell’obbligo vaccinale e del green pass. Per Giorgia Meloni accettare Licia Ronzulli nel governo significava in pratica perdere una quota di elettori no-vax o no-green pass, e c’erano state pubbliche espressioni sui social in questo senso.

Quanto vale il voto no-vax e no-green pass in Italia? Nel 2018 questi elettori avevano in larga misura votato il M5S che aveva poi tradito le loro aspettative, e anche per questo il M5S aveva perso alle elezioni europee del 2019 molti voti; i no-vax avevano lanciato contro il M5S la campagna #duemilionidivotiinmeno. Secondo il Quotidiano Sanità ci sarebbero ancora oggi in Italia quasi 6 milioni di cittadini non vaccinati, corrispondenti al 10% della popolazione; i no-green pass saranno più numerosi perché includono anche persone che si sono vaccinate per costrizione.

Se anche soltanto 2,5 milioni di questi cittadini fossero elettori attivi, varrebbero circa un terzo dei voti totali ottenuti da FdI alle ultime elezioni (circa 7,3 milioni) e più dei voti presi da ciascuno degli altri due partiti della coalizione (Lega circa 2,4 milioni, Fi circa 2,2 milioni). Naturalmente non tutti i no-vax avranno votato FdI; le loro posizioni erano sostenute, ad esempio, anche da ItalExit; ma è chiarissimo che il voto no-vax in Italia vale tantissimo e può decretare il successo di un partito; ed è chiarissimo che il green pass è stato visto come una provocazione e un attacco alla libertà e al diritto di scelta dei cittadini.

Le imposizioni sono sempre impopolari e il green pass era eticamente discutibile: certamente qui c’è qualcosa da imparare, perché per imporre una misura di utilità dubbia si rischia di favorire partiti che hanno ben altri difetti. E’ invece poco plausibile che l’ideologia no-green pass abbia contribuito a costruire quel supporto esterno che ha permesso di eleggere il Sen. Ignazio La Russa alla Presidenza del Senato; è più probabile che si sia trattato di un voto contro Berlusconi, forse finalizzato ad acuire la spaccatura della coalizione di destra.

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