Mai così poche persone nella storia dell’Italia repubblicana hanno votato per le elezioni politiche che hanno sancito la vittoria della coalizione di Centrodestra: domenica 25 settembre ha votato per il rinnovo del Senato e della Camera solo il 63,91% degli aventi diritto. I dati sono quelli del Ministero dell’Interno, da cui emerge chiaramente il calo di affluenza di 9 punti percentuali rispetto al 73,01% degli elettori che aveva votato per le precedenti politiche, nel 2018. Fra le regioni che registrano il minor calo dell’affluenza ci sono Lazio, Lombardia, Sicilia (dove si è votato anche per le elezioni regionali), Toscana e Friuli Venezia Giulia. Relativamente alta l’affluenza in Emilia Romagna, mentre il record negativo si è registrato in Campania, Sardegna e Calabria. Alle precedenti politiche, invece, era stato proprio il Sud a trainare i dati di affluenza rispetto al passato. Analizzando le tendenze, le rilevazioni di YouTrend per SkyTg24 evidenziano che i numeri sono in minor calo nei comuni dove ci sono più laureati, più occupati e con maggiore presenza di stranieri mentre diminuiscono ulteriormente dove c’è maggiore presenza di disoccupati e dove c’è una minor presenza di stranieri. Di seguito, il dato regione per regione.

L’Emilia Romagna è la regione con più votanti – L’Emilia-Romagna si conferma la prima regione per affluenza al voto. Nonostante un calo rispetto alle elezioni politiche precedenti di circa sei punti, alla chiusura dei seggi fa segnare il 72,07% alla Camera e il 71,98% al Senato. Nel Comune di Bologna ha votato il 73,35%.

Nel Lazio affluenza al 65,33% – Nella Capitale oltre alla sconfitta del centrosinistra, certo è anche il calo dell’affluenza: alle 23, secondo il sito del Comune, la percentuale dei votanti è stata del 65,33 contro il 71,89 del 2018. Per quanto riguarda l’affluenza il dato è in linea con quella nazionale con evidenti flessioni come nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca a Roma con solo il 56% andato alle urne. Fratelli d’Italia si appresta a essere primo partito sul territorio laziale mentre il centrosinistra perde anche al Senato l’uninominale di Roma Centro, vedendo quindi la candidata del Centrodestta Lavinia Mennuni trionfare su Emma Bonino e su Carlo Calenda che ottiene però la percentuale di 14.03 %, sopra la media nazionale del Terzo Polo. Nella stessa fetta di territorio che comprende Roma e una parte della città metropolitana nel 2018 il partito di Giorgia Meloni, oggi arrivato primo nella competizione elettorale, non aveva raggiunto la doppia cifra, fermandosi all’8,9. Sempre nella circoscrizione Lazio, nel 2018 i dem nel Lazio 1 avevano come percentuale il 20,58 e a Roma centro il 28,66.

In Toscana si sfiora il 70% – È del 69,75% il definitivo sull’affluenza un Toscana (273 comuni su 273) per il voto alla Camera secondo il dato del ministero degli Interni, una percentuale inferiore di quasi otto punti rispetto alle scorse politiche del 2018: allora votò il 77,4% degli aventi diritto. Per il Senato l’affluenza definitiva è del 69,74%: nel 2018 fu del 77,32. Firenze è il comune capoluogo di provincia che registra l’affluenza più alta: 73% (oltre il 79% nel 2018). All’opposto Massa Carrara è quello con l’affluenza più bassa: 64,62% (oltre 72 nel 2018). Riguardo agli altri comuni capoluogo di provincia: Arezzo 70,38; Grosseto oltre 65; Livorno 66,77; Lucca 66,5; Pisa 70,52; Pistoia 69,07; Prato 71,22; Siena 71. Il centrodestra ha “sbancato” anche qui, aggiudicandosi 10 delle 13 sfide unoniminali mentre il centrosinistra è relegato a soli 3 collegi. Il ‘fortino rosso’ tiene le posizioni solo a Firenze e Scandicci dove ottiene la vittoria con Ilaria Cucchi al Senato e Federico Gianassi e Emiliano Fossi alla Camera. Nel resto della Toscana trionfa il centrodestra trainato da Fratelli d’Italia che ad eccezione del capoluogo si attesta come primo partito, arrivando a spuntare anche il 31% in un collegio, a fronte di un Pd ‘ridimensionato’.

In Calabria l’affluenza più bassa d’Italia – Crolla di circa 13 punti, dal 63,74 al 50,74%, l’affluenza definitiva in Calabria alle elezioni politiche. Un dato che colloca la regione in fondo alla classifica – è ultima – della partecipazione al voto tra le regioni. A livello provinciale, quella di Cosenza è la prima per affluenza con il 52,80% contro il 66,32% del 2018. Seguono le province di Catanzaro con il 51,82% (64,64%), Vibo Valentia con il 50,71% (65,47%), Reggio Calabria con il 48,74% (60,81%) mentre l’ultima è Crotone con appena il 45,96% contro il 59,62% di 4 anni fa. Netta affermazione del centrodestra, con Fratelli d’Italia che riesce a superare Forza Italia, ma il Movimento 5 Stelle si conferma il primo partito giungendo alle spalle della coalizione vincente e staccando un deludente centrosinistra: la coalizione di centrodestra è al 41,97% contro il 17,72 del centrosinistra che ottiene meno voti dei 5 Stelle. I pentastellati, nonostante il calo dalle politiche 2018, arrivano al 29,31% e si confermano il primo partito in regione.

Anche a Milano affluenza in discesa – A Milano e provincia il dato definitivo dell’affluenza alle urne per le elezioni politiche, alle ore 23, è del 69,13%, in calo rispetto al 2018 quando era al 75,34%. A Milano città affluenza in discesa di quasi 5 punti percentuali, dal 73,24% di quattro anni fa al 68,41%. Affluenza in calo in tutta la Lombardia, al 70,09%, mentre nel 2018 era al 76,84%. Le percentuali scendono in tutte le province. Il dato più alto è quello della provincia di Brescia (73,43%).

Boom di astensionismo nelle periferie torinesi – In Piemonte l’affluenza è stata in calo di quasi 9 punti, rispetto al voto del 2018, scendendo dal 75,18% (alla Camera) al 66,35%. Anche a Torino città l’astensionismo è cresciuto dello stesso passo: al voto il 64,58% degli aventi diritto, con un picco del 71,28% nel collegio Centro-Crocetta e il dato più basso nelle periferie di Borgo Vittoria-Lucento-Vallette, con il 58,46%; quattro anni fa alle Politiche si era presentato alle urne il 73,22% degli elettori; alle Comunali dell’autunno 2021 aveva partecipato il 46,08%. Il centrodestra vola al di fuori di Torino, con oltre il 53% nella circoscrizione Piemonte 2, dove Fratelli d’Italia supera il 30% dei consensi, mentre nel capoluogo piemontese il centrosinistra resta avanti di 4 punti e il Pd è ancora il primo partito, oltre il 25%.

Campania terz’ultima per numero di votanti – Drammatico il dato dell’astensionismo in questa regione che a Napoli città tocca una cifra record. Alle urne è andato meno della metà degli elettori, il 49,74% degli elettori rispetto al 60,52 delle precedenti Politiche del 2018. In tendenza il dato regionale dove l’affluenza segna un calo del 18 per cento. La Campania è terz’ultima per votanti, davanti solo a Calabria e Sardegna.

In Puglia affluenza in calo di oltre 12 punti – È calata del 12,5% rispetto alle politiche del 2018 l’affluenza al voto in Puglia dove è andato alle urne il 56,5% degli aventi diritto rispetto al 69,2% delle precedenti politiche. Tra le città capoluogo, quella con la percentuale più alta di affluenza è Bari con il 58,37% (in calo del’11,5%) seguita da Lecce (57,8) , Taranto (56,5) , Barletta (55,5) , Brindisi (54,8) e Foggia (52,7). L’affluenza nei capoluoghi rispecchia quella nelle province con la maggiore a Bari con il 58,37% , seguita da Lecce (57,86), Taranto (56,55), Bat (55,68), Brindisi (54,85) e Foggia (52,78).

In Sicilia ha votato solo il 57,3% degli elettori – In Sicilia per le elezioni politiche ha votato il 57,35 degli elettori contro il 62,76 delle precedenti consultazioni alla Camera e al 62,98% al Senato. L’affluenza è in calo di più del 5%. La provincia con la più alta affluenza è quella di Messina col 62,36 % quella con la più bassa è Ragusa col 52,7%. A Palermo ha votato il 54,65% degli elettori contro il 60,42% delle precedenti elezioni, a Catania il 55,18% contro il 59,78% . Acquaviva Platani, piccolo comune della provincia di Caltanissetta, è il centro che ha raggiunto il record negativo in assoluto di votanti: soltanto il 16,89 per cento degli elettori si è recato alle urne. Nel Comune hanno votato 520 elettori aventi diritto a fronte dei 3.078 iscritti nelle liste elettorali.

In Valle D’Aosta affluenza giù di 11 punti – Il centrodestra in Valle d’Aosta conquista al fotofinish il seggio di Palazzo Madama mentre quello di Montecitorio va agli autonomisti che si sono presentati insieme al Pd. Salta all’occhio la scarsa affluenza (60,58%), oltre 11 punti inferiore alle politiche 2018 e sotto la media nazionale. Ma anche la frammentazione del voto autonomista al Senato, con la lista dell’”Imperatore” Rollandin che – a detta del presidente della Regione, Erik Lavevaz – avrebbe finito per avvantaggiare la vittoria leghista.

Crollo dell’affluenza anche in Sardegna e Basilicata – Giorgia Meloni e il centrodestra vincono anche in Sardegna, ma è boom del Movimento 5 Stelle che sfiora il 22% ed è il secondo partito nell’Isola dopo Fratelli d’Italia. Crolla l’affluenza, al 53,1% (-12%): in pratica un sardo su due non è andato a votare. Negative le presenze ai seggi anche in Basilicata: come nel resto del Mezzogiorno, l’affluenza non è andata oltre il 58,7%, molto lontana dal dato nazionale del 63,8% e ancor di più dal 71,1% delle Politiche del 2018.

Friuli Venezia Giulia sopra la media nazionale – L’affluenza in questa tornata elettorale si è fermata al 66,21%, 9 punti in meno rispetto al 2018 (75,12% alla Camera, 75,10% al Senato). Un dato comunque superiore alla media nazionale che si attesta sul 63,95% La percentuale più alta di votanti alle urne si è registrata in provincia di Pordenone con il 69,07%, quella più bassa nell’area di Trieste (61,04%). A Udine l’affluenza è stata del 66,85%, a Gorizia del 66,15%. Nel corso della giornata, segnata dal maltempo, qualche coda si è formata, ad esempio a Trieste e Udine, davanti agli uffici elettorali per il ritiro del duplicato della tessera elettorale, alcune file poi anche alle urne.

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