Si chiama Archie Harding e risulta iscritto di recente al Partito Conservatore del Regno Unito. In questi giorni, dopo le dimissioni del Primo ministro Boris Johnson, gli iscritti al Partito Conservatore stanno votando per scegliere chi sarà il loro prossimo leader. Il prescelto o la prescelta si presenterà quindi alla regina Elisabetta che, con il 99% di probabilità, lo/la nominerà Primo ministro. Archie Harding è una simpatica tartaruga che vive in casa di James Harding, già direttore delle news della Bbc, attualmente direttore di Tortoise Media. Archie non potrà votare, ma solo perché la sua iscrizione è avvenuta meno di tre mesi fa. In futuro potrebbe farlo, senonché, colpo di scena, è proprio James Harding che glielo vorrebbe impedire, perché non trova giusto che le tartarughe da compagnia godano del diritto di eleggere il leader che, in tutta probabilità, sarà il prossimo Primo ministro.

James, il 17 agosto, ha scritto una lettera a Darren Mott, responsabile del partito: “La settimana scorsa abbiamo provveduto a iscrivere come membri del partito: Archie Harding, una tartaruga da compagnia, due individui di nazionalità straniera, Margaret Roberts (cognome da ragazza della già Primo ministro Lady Thatcher). In ciascun caso il partito ha accettato la quota di iscrizione, ha emesso un numero di iscrizione e ha invitato i nuovi membri a partecipare alla campagna elettorale”. Di conseguenza la lettera rivolge una serie di domande dettagliate a proposito di alcuni punti ritenuti deboli nelle regole interne del partito che portano all’elezione del suo leader.

Mott ha risposto il 26 agosto, sottolineando che il partito non è un ente pubblico e non svolge funzioni pubbliche e rifiutandosi di rispondere in dettaglio alle domande: “È chiaramente stabilito per legge che i partiti politici hanno il diritto di selezionare chi vogliono utilizzando procedure proprie. Scelgono i candidati alle pubbliche elezioni ma l’elezione di un parlamentare è determinata dall’elettorato. Allo stesso modo, l’elezione del leader del Partito Conservatore è una questione privata dei membri del partito secondo il suo statuto mentre la nomina del Primo ministro è di competenza del Sovrano”.

James Harding, come rappresentante di Tortoise Media, non si è dato per vinto e il 30 agosto ha risposto con una lettera secondo il Pre-Action Protocol for Judicial Review. In parole povere un avviso dell’intenzione di rivolgersi alle corti di giustizia per verificare la democraticità e la trasparenza delle regole interne del partito che, secondo Tortoise, svolge una funzione pubblica e deve quindi accettare di sottostare ai controlli previsti per gli enti pubblici. Forse Tortoise vuole semplicemente creare il caso per sviluppare una discussione: pare infatti improbabile che un tribunale voglia sottoporre un partito politico al controllo giudiziario, visto che i partiti politici hanno il loro speciale regime normativo, ed è effettivamente la regina che sceglie chi è invitato a essere Primo ministro.

Tuttavia, con buona pace della tartaruga Archie, anche Tortoise ha le sue buone ragioni: c’è qualcosa che non funziona nei regimi normativi autonomi dei partiti, che non sono enti pubblici, non fanno parte dello Stato, ma contribuiscono a farlo funzionare o, nei casi peggiori, a farlo funzionare male. E non si tratta di una bizzarria d’oltremanica. In Italia abbiamo a che fare con lo stesso problema perché, come spesso ripete Piercamillo Davigo “i partiti politici continuano ad essere associazioni non riconosciute in cui allignano comportamenti fraudolenti, come il tesseramento di persone ignare di essere iscritte e anche per questa ragione continuano a dilagare comportamenti illegali nella classe politica”.

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