Un’esplosione è avvenuta questa mattina nella moschea Guzargah nella città occidentale di Herat in Afghanistan, durante la preghiera del venerdì. Il bilancio dell’esplosione avvenuta per mano di un attentatore suicida, è di almeno 47 morti e 80 feriti. Nell’attentato è rimasto ucciso anche l’imam Mujib Rahman Ansari, celebre per essere stato uno dei primi ad utilizzare la bandiera talebana durante i suoi sermoni, dopo il ritorno al potere degli studenti coranici, e per averli sostenuti con forza apertamente.

Secondo Al Jazeera, l’attacco è avvenuto mentre il religioso salutava un gruppo di fedeli, tra cui si nascondeva il kamikaze che, secondo testimoni, si sarebbe fatto esplodere proprio nell’attimo in cui si apprestava a baciare la mano del religioso. Il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, che ha confermato l’uccisione del religioso, ha definito l’attentato un “brutale attacco”, promettendo che i responsabili “saranno puniti per il loro atto atroce”.

Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco. A dare la notizia il canale di all news Al Arabiya. I talebani affermano di aver aumentato il livello di sicurezza nel Paese da quando hanno preso il potere circa un anno fa, ma negli ultimi mesi si sono registrate diverse esplosioni, alcune delle quali hanno preso di mira proprio moschee gremite di fedeli durante le preghiere. Recentemente altri attacchi alle moschee del Paese erano stati rivendicati dall’Isis che ha compiuto una serie di attentati contro minoranze religiose ed etniche in Afghanistan.

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