È arrivata la richiesta di pena per detenzione per “possesso di droga” per la star del basket Usa, Brittney Griner, fermata lo scorso febbraio a Mosca e il cui caso è diventato oggetto di un braccio di ferro diplomatico tra Stati Uniti e Russia. Considerata una delle migliori giocatrici di basket del mondo, oro olimpico, è stata arrestata a febbraio al suo arrivo a Mosca. L’accusa ha chiesto per l’imputata 9 anni e mezzo. Griner era stata fermata dopo esser arrivata a Mosca con un volo da New York, che aveva raggiunto nonostante le autorità americane avessero invitato i propri concittadini a non lasciare gli Stati Uniti. La cestista giocava la squadra di basket di Ekaterinburg.

Gli agenti russi che avevano perquisito l’atleta avevano trovato nella borsa le ricariche all’olio di cannabis, il cui possesso è lecito quasi ovunque negli Usa e non è invece permesso in Russia: da qui l’accusa di traffico di droga un reato che può comportare una pena fino a 10 anni. “Chiedo alla corte di dichiarare Griner colpevole e di condannarla a nove anni e sei mesi in prigione”, oltre al pagamento di una multa di un milione di rubli (16.280 euro), ha dichiarato nella sua requisitoria il procuratore Nikolai Vlasenko.

Due volte campionessa olimpica con gli Usa, la 31/enne cestista americana, si era dichiarata colpevole, affermando però di aver inavvertitamente portato la sostanza in Russia, rifiutando l’accusa di traffico di stupefacenti. La pubblica accusa afferma invece che Griner avesse scientemente nascosto l’olio di cannabis nel suo bagaglio. Nel pieno della guerra in Ucraina e del conflitto che oppone la Russia all’Occidente, la vicenda di Brittney Griner assume contorni geopolitici, nel momento in cui Mosca e Washington dialogano sul possibile scambio di prigionieri: scambio nel quale la campionessa di basket americana potrebbe essere parte. Gli Usa si aspettano il rilascio di Griner e anche di un altro cittadino Usa detenuto in Russia, Paul Whelan.

“Mi chiamano pedina politica, ma io spero che la politica resti fuori da quest’aula – ha detto la campionessa di basket supplicando i giudici di non ‘mettere fine alla sua vita’ nell’appello finale prima della sentenza – Ho commesso un errore in buona fede, non avevo intenzione di infrangere la legge“, ha dichiarato nel tribunale. La cestista, che è comparsa dietro le sbarra e ammanettata, ha chiesto “scusa alla mia squadra, alla mia famiglia. Non volevo ferire nessuno. L’unica cosa che voglio è tornare da loro”. Il tribunale russo emetterà oggi il verdetto.

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