Massimo Giletti condurrà “Non è l’Arena” dalla Piazza Rossa di Mosca. Il talk show, in onda la domenica sera su La7, si sposta in Russia, la notizia è anticipata da Repubblica. La trasmissione sarebbe da tempo, non senza difficoltà, in fase organizzativa. Il giornalista torinese aveva già condotto una puntata da Odessa, in Ucraina, non senza polemiche e con l’accusa di “spettacolarizzare la guerra”. Per la trasferta moscovita si tratta per avere in diretta Marija Zakharova, la portavoce del ministro degli Esteri Sergej Lavrov, che nel corso di questi mesi di guerra ha sostenuto le ragioni del Cremlino: il 23 febbraio scorso è stata sanzionata dall’Unione europea “per aver promosso il dispiegamento di forze russe in Ucraina“. Dovrebbe prendere parte alla puntata Antonio Gramsci, musicista, docente e scrittore, nipote diretto del teorico del Partito Comunista.

Repubblica fa sapere che La7 avrebbe già prenotato un locale con affaccio sulla piazza più prestigiosa di Mosca: “Giletti ha pronto il visto, spiegano fonti diplomatiche e conferma la produzione del programma”, fa sapere il quotidiano diretto da Maurizio Molinari. Tra gli ospiti della puntata anche un parterre di industriali italiani in rapporti commerciali con la Russia. “Giletti vuole fare questa puntata e tutto è pronto, ma siamo ancora in alto mare con gli ospiti. Abbiamo fatto un lungo lavoro dall’Italia, ma la mancanza di un riferimento diretto a Mosca non aiuta. Gli imprenditori italiani, poi, temono contraccolpi negativi. La trasmissione è pensata sulla Piazza Rossa, ma non in esterna“, ha dichiarato ieri Rachele Fontanesi, produttrice esecutiva di “Non è l’Arena”, a Repubblica. “Noi, certo, vorremmo il conduttore a Mosca, ma eviteremmo volentieri una situazione in cui si trovasse da solo in trasferta e con gi ospiti da intervistare tutti nello studio romano. Sarebbe surreale. Domani alle 11, dopo la riunione con gli autori, scioglieremo ogni dubbio”, ha aggiunto Fontanesi. Ma per il Corriere della sera, giornale edito da Urbano Cairo, patron di La7, i dubbi sarebbero sciolti.

La puntata in questione potrebbe essere travolta delle polemiche, il governo russo come interlocutore diretto, dopo quelle che avevano già accompagnato il suo arrivo in Ucraina. La 7 si era schierata dalla parte del suo giornalista: “Lui, videomaker, operatori e tecnici hanno lavorato al meglio e in una situazione di grande rischio per offrire al pubblico un racconto inedito e originale. Le critiche che ha ricevuto — sottolineava una nota ufficiale della rete — sono del tutto ingenerose, l’oggettività di quanto è stato fatto è un dato incontrovertibile che il pubblico ha riconosciuto e apprezzato.”

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