La storia che vi vogliamo raccontare oggi risale al 1920 ed è un chiaro esempio virtuoso di benessere aziendale, in cui le donne e le mamme ricevevano tante attenzioni. André Citroën apprezzava talmente l’efficienza, la precisione e la sensibilità femminile che in quell’anno, a produzione avviata, l’organico della fabbrica crebbe in maniera significativa e le donne rappresentarono oltre il 50% dei dipendenti del Double Chevron.

“Le donne sono sempre state molto rispettate al quai de Javel e noi facciamo sempre di tutto per piacere loro”. Così André Citroën rispondeva nel 1924 ad un giornalista stupito nello scoprire che all’interno delle sue fabbriche aveva messo a disposizione di tutti i suoi dipendenti strutture e servizi incredibilmente all’avanguardia per i tempi. André Citroën è stato tra i primi a comprendere che la qualità del lavoro è collegata a doppio filo alla qualità della vita di chi lavora, e che il sorriso sul volto dei suoi dipendenti, uomini e donne (e dei loro figli), è un tesoro senza prezzo.

Donne e mamme in Citroën, per loro servizi e strutture all’avanguardia

Il sogno di André Citroën era quello di garantire qualità della vita a tutti i suoi dipendenti, donne e mamme incluse. Dimostrò questa sua convinzione mettendo a disposizione degli operai tantissime strutture e facilitazioni che per i tempi erano assolutamente futuristiche. Prima di tutto mense con menù identico per operai, impiegati, quadri e dirigenti in un’atmosfera assolutamente cordiale. Ma anche asili nido con lavanderia, cucine e sale per l’allattamento (dove le madri potevano allattare i propri figli cinque volte al giorno). E ancora 4.000 spogliatoi individuali e un locale infermeria.

L’infermeria era una vera e propria clinica completa, diretta da un primario a tempo pieno e da dodici infermiere. Disponeva di molti locali d’attesa, un laboratorio d’analisi, una stazione radiografica, sala d’allattamento e quella operatoria. C’era addirittura un ambulatorio ginecologico, tanto che a Parigi si diffuse una canzoncina che invitava le future mamme ad andare a partorire… in Citroën!

L’asilo nido era situato in una vecchia scuola nel cortile interno di Javel. Dal lunedì al sabato, nei suoi quattro piani ospitava i bambini di età inferiore ai tre anni, era dotato di lavanderia e cucine separate da quelle della fabbrica e consentiva alle madri di allattare cinque volte al giorno i propri figli. Giovani ragazze si prendevano cura dei bambini mentre in una proprietà contigua erano ospitate le madri per la convalescenza post-parto ed i bambini più grandi.

“Citroënnette”, l’ispirazione dai bambini

Welfare azienda per André Citroën significava occuparsi anche dei più piccini. Per loro creò libri, giocattoli e macchinine, dapprima spinte a pedali e poi con motore elettrico. Secondo lui le prime parole che un bimbo doveva imparare a pronunciare erano “maman, papà, Citroën” e fu così che ebbe inizio la produzione delle automobiline giocattolo in scatola di montaggio: “Les Jouets Citroën”.

Ogni bimbo poteva avere la sua auto in miniatura, in tutto e per tutto uguale a quella dei genitori. L’idea ebbe talmente successo che furono costruite anche delle automobiline a pedali perfettamente fedeli alle originali, in seguito a motore elettrico chiamate “Citroënnette”.

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