Una “strategia attendista” sulle quarte dosi in attesa dei vaccini “aggiornati” in autunno “può essere molto rischioso”. Di fronte a una campagna dedicata a immunocompromessi e over 80 che non decolla, Gimbe lancia l’allarme ricordando che “si consolidano sempre di più le prove di efficacia” del secondo booster “nel ridurre ospedalizzazioni e decessi”. Nell’ultimo monitoraggio settimanale, la fondazione guidata da Nino Cartabellotta ricorda che all’11 maggio sono state somministrate 166.483 quarte dosi agli immunocompromessi con un tasso di copertura che arriva al 21%, mentre va peggio tra over 80, fragili e ospiti delle Rsa con 384.600 quarte dosi pari all’8,7% della platea.

Ad avviso di Gimbe sono tre le ragioni che rendono pericolosa la “lentezza” delle somministrazioni, definita una “spia di una serpeggiante esitazione vaccinale”, spesso “alimentata da discutibili consigli sanitari” che “invitano ad aspettare l’autunno” per “effettuare l’ulteriore richiamo con vaccini aggiornati”: non vi è “alcuna certezza” su quando saranno disponibili questi vaccini, i dati dimostrano sia il “calo progressivo dell’efficacia vaccinale” sulla malattia grave sia una “elevata mortalità negli over 80 già coperti con la terza dose” e allo stesso tempo “si consolidano sempre più le prove di efficacia della quarta dose nel ridurre ospedalizzazioni e decessi”. Per questo, dice il presidente Cartabellotta, “la quarta dose deve essere fatta subito” tenendo conto sia “della particolare fragilità della platea a rischio sia della elevata circolazione virale”.

Un invito in questo senso, negli scorsi giorni, era arrivato anche dal ministro della Salute Roberto Speranza che aveva ricordato come la mortalità da Covid in queste settimane si concentra principalmente nella fascia 80-85 anni e inoltre aveva sottolineato in maniera chiara come la comunicazione istituzionale abbia un ruolo importante nel convincere la platea a farsi inoculare un nuovo richiamo. Non è un caso, infatti, che le strategie regionali stiano restituendo risultati profondamente diversi, come nota la stessa Gimbe: “Le inaccettabili disuguaglianze regionali sulle coperture con le quarte dosi dimostrano che le strategie di chiamata attiva sono molto più efficaci della prenotazione volontaria”. La fotografia è nitida: tra gli immunocompromessi i tassi di copertura variano dal 3,8% del Molise al 73,1% del Piemonte, mentre tra gli over 80 le percentuali oscillano dal 2,4 della Calabria al 18 ancora del Piemonte. In questo scenario, la circolazione virale continua a rallentare con un numero di nuovi casi inferiore del 27,5% nel confronto settimanale “a fronte tuttavia di un calo del 23,6% dei tamponi totali”, segnala Gimbe.

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