Cade l’ipotesi di reato più grave, quella di violenza o minaccia a un corpo amministrativo dello Stato. Ma il processo di primo grado seguito all’inchiesta “White list” ha portato comunque a delle condanne: a Mario Ventura, ex capo di gabinetto della Prefettura, sono stati inflitti dieci mesi per rivelazione del segreto d’ufficio, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per la durata delle pena. L’indagine riguarda le presunte pressioni esercitate nel 2014 sulla Prefettura di Modena dall’ex senatore Carlo Giovanardi per far inserire le imprese della famiglia Bianchini nell’elenco di quelle abilitate a lavorare alla ricostruzione post-sisma del 2012. Secondo l’accusa, Ventura anticipò a Giovanardi le decisioni del gruppo interforze sulla white list, provvedimenti ancora coperti da segreto. Condannati anche gli imprenditori Alessandro e Augusto Bianchini – beneficiari, sempre secondo l’accusa, delle pressioni di Giovanardi – che hanno ricevuto una pena di un anno e mezzo a testa per rivelazione ed utilizzazione di segreto d’ufficio.

Lo stesso ex senatore è uno dei 12 imputati nel processo: deve rispondere di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato o ai suoi singoli componenti, oltraggio a pubblico ufficiale e minaccia ad un pubblico ufficiale. Secondo i pubblici ministeri, Giovanardi arrivò a minacciare in colloqui riservati figure di rilievo pubblico come il comandante dei Carabinieri di Modena, colonnello Stefano Savo, e il collega comandante del Reparto operativo, colonnello Domenico Cristaldi. La sua posizione però è stata stralciata in attesa dell’esito del conflitto di attribuzione sollevato dal Tribunale di Modena di fronte alla Corte costituzionale, dopo che il Senato si è espresso a febbraio scorso per l’insindacabilità delle condotte che gli venivano contestate.

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