“Nel momento in cui la presente decisione diverrà definitiva, nei confronti di Pittelli Giancarlo venga ripristinata la misura della custodia cautelare in carcere”. Scrive così il Tribunale del Riesame che ha accolto il ricorso della Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, revocando l’ordinanza emessa dal Tribunale di Vibo Valentia che, a inizio febbraio, aveva disposto gli arresti domiciliari per l’avvocato ed ex senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli, imputato per concorso esterno con la ‘ndrangheta nel maxi-processo Rinascita-Scott contro la cosca Mancuso di Limbadi. Pittelli resterà ancora ai domiciliari perché, con ogni probabilità, i suoi avvocati Guido Contestabile e Salvatore Staiano presenteranno ricorso in Cassazione. Solo dopo la decisione della Suprema Corte, infatti, se questa dovesse confermare la sentenza del Riesame di Catanzaro, Pittelli ritornerà in carcere.

Assieme al ricorso contro la decisione di alleggerire la misura cautelare per l’imputato, nelle scorse settimane la Dda aveva depositato nuovi atti con i quali, oltre a ripercorrere la vicenda della lettera inviata a Mara Carfagna (e dalla sua segreteria consegnata alla polizia), sottoponeva al Riesame ulteriori elementi a carico dell’ex parlamentare. Tra questi pure l’intervista rilasciata a due giornalisti di Mediaset da Pittelli mentre era ai domiciliari e andata in onda il 23 febbraio nella puntata di Studio Aperto Mag. Inoltre, la procura guidata da Gratteri contestava al Tribunale di Vibo Valentia di aver deciso sulla scarcerazione di Giancarlo Pittelli “senza nemmeno attendere l’intero decorso dei ‘due giorni successivi’ previsti affinché l’ufficio del pubblico ministero esprima il suo parere”. A tre giorni dall’udienza, il Riesame gli ha dato ragione su tutta la linea definendo la decisione del Tribunale di Vibo Valentia “affetta da vizi di logicità, ragionevolezza e coerenza argomentativa”.

“Il Tribunale di Vibo Valentia – scrive il giudice Filippo Aragona che ha presieduto il Riesame di Catanzaro – avendo disposto la sostituzione della misura cautelare domiciliare applicata al prevenuto (Pittelli, ndr) con quella carceraria sottolineando l’aggravamento del quadro cautelare, proprio in ragione della trasgressione delle prescrizioni imposte al Pittelli, del tutto illogicamente, dopo due mesi da tale pronunciamento, a sostegno della sostituzione della misura carceraria con quella degli arresti domiciliari, adduceva come elementi di novità atti a ritenere attenuate le esigenze cautelari il mero trascorrere del tempo in carcere a seguito del ripristino della misura (pari ad appena due mesi dal provvedimento di aggravamento) e il comportamento complessivo dell’imputato (peraltro addotto in modo del tutto generico, senza alcuna indicazione specifica in ordine ad atteggiamenti o comportamenti sintomo di resipiscenza)”.

Dopo aver ricordato alcuni passaggi dell’ordinanza con la quale Pittelli è stato rimandato ai domiciliari, il Riesame è convinto che “il mero decorso di due mesi di tempo dall’applicazione, in aggravamento misura, della custodia carceraria, unitamente ad un riferimento, del tutto generico, al comportamento del prevenuto, non rappresentino elementi di novità suscettibili di poter ritenere mutato il quadro cautelare preesistente e già valutato dal Tribunale di Vibo Valentia a seguito del comportamento tenuto dal Pittelli, violativo delle prescrizioni imposte”.

Il riferimento è alla vicenda della lettera alla ministra Carfagna per la quale, il Riesame sottolinea che Pittelli “non soltanto risulta aver violato la prescrizione imposta dal giudice della cautela di non comunicare con soggetti diversi da quelli che con lui convivono ma si era rivolto, per chiedere aiuto per la propria vicenda processuale e personale ad un ministro della Repubblica italiana, conosciuto tramite il proprio pregresso lavoro di parlamentare, sfruttando proprio entrature e conoscenze (già valutate come pericoloso e allarmante canale e veicolo di reiterazione dei reati della stessa specie per cui si procede)”. In merito alla decisione, i difensori di Pittelli sottolineano ironicamente la velocità con cui il Riesame ha affrontato e deciso l’appello della Procura: “Manifestiamo – dicono – compiacimento per la straordinaria velocità nella fissazione dell’appello della distrettuale e per la estrema diligenza della decisione che si è consumata in un pulviscolo di secondi”.

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