Il caso Generali approda in Parlamento. È un vero e proprio rendiconto sulla attività passata e sugli obiettivi futuri, quello che la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario chiede ai vertici della compagnia, in una lettera inviata dalla presidente Carla Ruocco a Philippe Donnet, numero uno dell’assicurazione triestina espressione diretta di Mediobanca e convocato in audizione per le 12 di martedì 5 aprile.

La lettera i cui contenuti sono stati riportati dal Messaggero lunedì 28 marzo, ha provocato le dimissioni polemiche del deputato di Italia viva Luigi Marattin, presidente della Commissione Finanze, per il quale la convocazione “ha superato ogni limite” con un intervento “che entra pesantemente in una partita di governance societaria dalla quale la politica dovrebbe a mio avviso stare fuori”.

Nella convocazione si chiede a Donnet di predisporre “un’apposita relazione informativa” da recapitare almeno 48 ore prima dell’audizione, concentrandosi su sette punti che mettono a fuoco le criticità di alcune dinamiche gestionali, con la richiesta di una “puntuale descrizione della tempistica e delle attività svolte da parte del cda uscente che hanno portato alla presentazione” della lista del board uscente.

Il manager francese dovrà illustrare, insomma, le “principali evidenze, su base annua e relative all’ultimo triennio, sull’andamento della situazione economico-finanziaria e patrimoniale, ivi compresi i dividendi distribuiti” dalle Generali. Inoltre gli si chiede “la descrizione dell’andamento delle quotazioni dei titoli Generali su base mensile e relative all’ultimo triennio, ivi compresa il livello dei prezzi massimo e minino, del prezzo di riferimento, dei volumi di negoziazione e della relativa volatilità”.

Agli attuali vertici della compagnia viene anche chiesto di anticipare le mosse future con la “descrizione e prevedibile tempistica in termini di operatività, di aree di business e di posizionamento strategico di Generali, tenuto anche conto che lo scorso 15 dicembre 2021 è stato presentato il nuovo Piano 2021-2024”. La Commissione domanda poi di mettere “in evidenza gli obiettivi in termini di dividendi distribuibili nonché le eventuali scelte strategiche relative a processi di crescita per linee interne o per linee esterne, nonché di possibili cessioni di attività, partecipazioni o altro”.

Nella lettera si ricordano infine le “attività di governance e azionarie che hanno portato nel settembre 2021 alla sottoscrizione del patto di consultazione su Generali da parte di società riconducibili a Francesco Gaetano Caltagirone, Delfin e Fondazione Crt da cui di recente Caltagirone ha comunicato il recesso unilaterale” e si domandano chiarimenti sulle “motivazioni e le valutazioni di competenza che hanno condotto Generali a sospendere con effetto immediato e fino a ulteriore avviso Luciano Cirinà“, candidato da Caltagirone alla guida della Compagnia dalla quale è stato licenziato nella giornata di lunedì 28 marzo. Infine Donnet dovrà riferire anche sulle “interlocuzioni avute con le autorità di vigilanza” sui “principali profili di attenzione” in merito alle “dinamiche governance e azionarie”.

Pronta la reazione di Marattin che nei giorni scorsi su Twitter aveva scritto “un conto è la sacrosanta (e spesso disattesa) non-ingerenza della politica, ben altro sarebbe l’indifferenza verso una partita così importante. Quanto sta accadendo in Generali è cruciale per le incerte dinamiche del nostro incerto capitalismo. Vinca il migliore”. Dopo la convocazione l’esponente di Italia Viva ha sottolineato come “alla vigilia dell’assemblea degli azionisti che dovrà eleggere in nuovo consiglio di amministrazione di una società privata, una delle due parti in competizione viene chiamata in audizione presso una commissione “d’inchiesta” per esporre dettagliate informazioni di bilancio, piani industriali e persino per chiedere conto di decisioni interne riguardanti la concessione dell’ aspettativa ad un proprio dirigente”.

Insomma, è il commento, “facevo parte di un’autorità di regolamentazione finanziaria, e non lo sapevo. Una “autorità’” particolare, oltretutto. Visto che entra pesantemente in una partita di governance societaria dalla quale la politica dovrebbe a mio avviso stare fuori. Faccio appello ai presidenti delle Camere, destinatari il 29 marzo 2019 di una lettera del Presidente della Repubblica in cui si richiamava esplicitamente il rischio che le attività della Commissione non si sovrapponesse a quella delle Autorità indipendenti, affinché vigilino sul corretto funzionamento delle nostre istituzioni”.

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