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Gianluca Vialli: “Io ho paura di morire ma la malattia ti può insegnare molto… Non dico al punto di essere grato al cancro”

Il settimanale Oggi anticipa l'intervista che vedremo nel docu-show "Una semplice domanda", condotto da Alessandro Cattelan e disponibile su Netflix dal 18 marzo. Uno dei protagonisti è proprio il capo delegazione dell'Italia

di F. Q.

Io ho paura di morire. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte, ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire”. Così Gianluca Vialli, uno dei protagonisti del docu-show “Una semplice domanda” condotto da Alessandro Cattelan e disponibile su Netflix dal 18 marzo. Il capo delegazione dell’Italia sarà tra i protagonisti. E le anticipazioni del settimanale Oggi dicono tanto sulla sua forza e schiettezza. E sul suo grande carisma: “Mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho è una cosa per cui mi sento molto fortunato”. A poche settimane dal passaggio dei playoff di qualificazione a Qatar 2022, Vialli non nasconde alcuna sensazione né la voglia di essere per la Nazionale elemento fondamentale come è stato a Euro 2020. E ancora: “La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita, non l’ho detto io ma lo condivido in pieno, è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede, ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro…”.

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