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E se l’insalata russa in realtà fosse italiana? Ecco da dove nasce questa teoria

Paese che vai, denominazione che trovi: ecco la storia dell'insalata russa la cui ricetta originale contava più di 100 ingredienti

di F. Q.

Dopo il cocktail Moscow Mule diventato Kiev Mule, c’è la possibilità che anche l’insalata russa cambi nome? La stessa domanda se l’è posta Jeanne Perego de La Repubblica e Il Secolo XIX, che ne ha ripercorso la storia. Stando a quanto riportato dalla giornalista, infatti, ad inventare la prelibatezza è stato uno chef nato in Russia ma di origini belghe e francesi, all’incirca alla metà dell’Ottocento. Lucien Olivier, questo il suo nome, era proprietario di un noto ristorante del centro di Mosca – l’Hermitage – e nel 1864 creò l’insalata Olivier, per la quale pare che usasse più di 100 ingredienti: dalla carne di gallo cedrone ai capperi, passando per l’anatra affumicata. Questo piatto, che da subito ottenne un grande riscontro, è ancora noto con il nome di insalata Olivier in Russia, Ucraina, Kazakistan e Georgia.

In Bulgaria, Albania, Serbia, Macedonia settentrionale, invece, è chiamata insalata russa ed è preparata con patate, carote, piselli, sottaceti e dadini di salame o di prosciutto. In Bosnia-Erzegovina, Croazia e Slovenia diventa insalata francese, in Romania è detta insalata di manzo mentre a Bucarest e dintorni è nota anche per la sua versione vegetariana. Ma veniamo al punto. Il nome insalata russa è popolare in tutto il sud Europa: Grecia, Italia e Spagna. E nell’Europa settentrionale? Tenetevi forte. “Insalata Italiana”. Proprio così. La preparazione prevede carote, piselli, patate, maionese e viene servita su fette di pane con carne affumicata. In Finlandia, infine, ci vanno giù pesanti e sostituiscono le patate con la pasta, specialmente gli spaghetti. L’intento è quello di renderla più “italiana” possibile.

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